“Il clan Belforte è defunto”, lo hanno stabilito i giudici. Ora la Cassazione chiede di rivedere 41 bis per boss Piccolo

Marcianise (di Lucio Seneca). Il clan Belforte è dissolto. Ben due decisioni dei giudici delle sezioni di Misura di Prevenzione – prima del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere nel 2021 e poi quella di Napoli che in appello lo ha confermato nel 2022 – hanno stabilito che la cosca dei Mazzacane, nata a fine anni Ottanta, oramai non esiste più.

Tant’è che la Cassazione ha annullato anche le motivazioni del Tribunale di Sorveglianza di Roma che intendeva prorogare il 41 bis al boss Gaetano Piccolo, detto anche ‘O Ceneraiuolo, di altri due anni. I giudici della Capitale avevano respinto il reclamo della difesa che aveva chiesto l’annullamento del prosieguo del carcere duro. Di qui il ricorso agli ermellini della Suprema Corte avanzato dall’avvocato Mariano Omarto, difensore di Piccolo, che ha condiviso la tesi difensiva.

Dunque, una diversa sezione della Misura di Prevenzione di Roma – in orientamento con la Cassazione – deciderà almeno tra due mesi il destino del detenuto marcianisano facente oramai parte di un clan defunto. La procedura di prevenzione che stabilì nel 2021 la dissolvenza del clan è quella riguardante le confische di beni – poi restituiti – facenti capo a Trombetta, detto il professore.

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