Napoli/Presenzano. Per delega del Procuratore della Repubblica f.f. di Napoli, si comunica che in data 05 marzo 2023, i Carabinieri della Compagnia Carabinieri di Capua hanno dato esecuzione ad un’ordinanza applicativa di misure cautelari emessa dal Giudice per le indagini preliminari presso il Tribunale di Napoli, su richiesta della locale Procura della Repubblica, nei confronti di quattro indagati ritenuti gravemente indiziati dei delitti di sfruttamento e favoreggiamento della prostituzione, fatti commessi in Napoli, al Centro Direzionale.
I militari dell’Arma hanno disposto il divieto di dimora in Campania per Salvatore Stavolo, 51 anni, di Castel Volturno; l’obbligo di firma per Nello Coppola di Somma Vesuviana, Carlo D’Apolito di Sant’Anastasia e Giovanni Petriccione di Marigliano, tutti tra i 29 e i 30 anni.
Le indagini svolte dai Carabinieri della Stazione Carabinieri di Vairano Scalo hanno avuto inizio nel mese di ottobre 2020 e sono terminate nel gennaio 2021; le attività investigative hanno consentito inizialmente di acquisire gravi indizi di colpevolezza nei confronti di un prelato, Gianfranco Roncone, sotto processo per violenza sessuale su minori, per il quale la Procura di Santa Maria Capua Vetere ha chiesto 8 anni e 4 mesi di carcere, ex parroco di Presenzano (CE), condotte per le quali l’indagato veniva sottoposto alla misura cautelare degli arresti domiciliari ed attualmente, in relazione a tali reati, si trova a giudizio innanzi al Tribunale di Santa Maria Capua Vetere.
La frequentazione da parte del parroco di un “B&B” sito nel Centro Direzionale di Napoli ha diretto le indagini verso la predetta struttura, facendo emergere come la stessa fosse gestita dagli odierni indagati, gestori e dipendenti del centro, quale “casa di prostituzione” all’interno della quale gli stessi agevolavano – attraverso annunci online e la messa a disposizione delle camere della struttura – l’attività di prostituzione di donne e uomini, provvedendo altresì allo sfruttamento delle attività ivi svolte, appropriandosi di parte dei guadagni così ottenuti.
In considerazione dell’intensa attività di prostituzione ricostruita dai Carabinieri, è emerso come gli indagati avessero ottenuto nel tempo significativi guadagni.
Alla luce degli elementi investigativi raccolti è stato possibile ricostruire a carico degli indagati un grave quadro indiziario che ha consentito altresì il sequestro preventivo della struttura alberghiera.
Il provvedimento eseguito è una misura cautelare, disposta in sede di indagini preliminari, avverso cui sono ammessi mezzi di impugnazione, e i destinatari della stessa sono persone sottoposte alle indagini e quindi presunte innocenti fino a sentenza definitiva.