Santa Maria Capua Vetere. È stata la gelosia per la recente fine della relazione con una donna, secondo quanto ricostruito dagli inquirenti e secondo quanto dichiarato dallo stesso, a spingere, nel pomeriggio di ieri Giuseppe Molinaro, carabiniere 58enne, ad aprire il fuoco con la sua pistola d’ordinanza ed uccidere il 60enne “rivale in amore” Giovanni Fidaleo, gestore dell’albergo Hotel Nuova Suio di Castelforte in provincia di Latina, raggiunto da quattro colpi d’arma da fuoco, 3 tra l’addome e il torace e 1 alla mascella destra.
La ex, Miriam Mignano, 31enne, che da poco aveva iniziato una relazione con il Fidaleo, è stata raggiunta da due proiettili, uno all’addome e uno all’altezza del seno sinistro, che l’hanno gravemente ferita, ed è stata sottoposta ad intervento chirurgico per lo scoppio dell’intestino tenue e dell’intestino crasso e per lesioni dell’ala iliaca destra. La donna è attualmente ricoverata in terapia intensiva con prognosi riservata presso il policlinico Gemelli di Roma dove era stata elitrasportata dopo la sparatoria. Molinaro dovrà rispondere per l’omicidio dell’albergatore e per il tentato omicidio della donna.
Nel pomeriggio di ieri il militare ha raggiunto a bordo della propria autovettura l’Hotel Nuova Suio, a Castelforte, ha compiuto il folle gesto e successivamente è salito in macchina direzione Caserta per consegnarsi ai Carabinieri di Capua. Tuttora è rinchiuso nel carcere militare di Santa Maria Capua Vetere “Ten. Ezio Andolfato”. Molinaro era in servizio alla Stazione dei carabinieri di Carinola dallo scorso mese di agosto, ma era in licenza straordinaria dal 22 febbraio per gravi motivi di salute.
In sede di interrogatorio reso ieri davanti i carabinieri della Compagnia di Capua ha confessato i fatti commessi. Il GIP dovrà ora pronunciarsi sulla convalida del fermo disposto dal sostituto procuratore dott.ssa Stefania Castaldi della Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere, ed emettere quindi eventuale ordinanza cautelare d’urgenza. Successivamente si dovrà dichiarare incompetente e trasferire la documentazione alla Procura, che a sua volta invierà il carteggio alla Procura di Cassino, competente per territorio.
Dagli accertamenti effettuati è emerso che dalla pistola di ordinanza di Molinaro, usata per sparare, mancavano sette proiettili. Al militare sono state ritirate cautelativamente in via amministrativa ulteriori armi legalmente detenute presso la sua abitazione. Molinaro ha raccontato che era andato all’albergo di Castelforte per un chiarimento con Fidaleo riguardante la 31enne con cui aveva avuto una relazione poi finita. La donna pare avesse lasciato il militare per intrecciare una relazione con il direttore d’albergo, suscitando la gelosia di Molinaro. Il 58enne ha anche raccontato di aver incontrato la 31enne all’esterno dell’hotel, con l’obiettivo di recarsi insieme da Fidaleo per un colloquio. Al momento non è stata contestata la premeditazione, non essendo emerse prove sul fatto che il carabiniere si fosse recato all’appuntamento con il proposito di uccidere il rivale.
I Carabinieri hanno sottoposto a sequestro i locali dell’albergo per i successivi rilievi specialistici da parte del RIS di Roma, e sequestrato la pistola d’ordinanza e l’autovettura del militare, sette bossoli esplosi calibro 9, tre frammenti di ogive, una spranga di alluminio, varie tracce di natura ematica, un DVR del sistema di video sorveglianza della struttura ricettiva verosimilmente non funzionante, 3 telefoni cellulari, di cui uno appartenente a persona informata sui fatti.
La salma di Fidaleo è stata trasportata presso l’ospedale di Cassino per l’autopsia.