Santa Maria Capua Vetere (di Lucio Seneca). Riceviamo e pubblichiamo, su espressa richiesta del loro assistito e dei suoi familiari, il comunicato stampa dei legali di Giuseppe Molinaro, carabiniere 58enne, che il 7 marzo scorso ha aperto il fuoco uccidendolo contro il 60enne “rivale in amore” Giovanni Fidaleo, gestore dell’albergo Hotel Nuova Suio di Castelforte in provincia di Latina, e contro la ex, Miriam Mignano, 31enne, che da poco aveva iniziato una relazione con il Fidaleo, e ora ricoverata in terapia intensiva con prognosi riservata presso il policlinico Gemelli di Roma dove era stata elitrasportata dopo la sparatoria.
Nella mattinata di domani Molinaro verrà interrogato presso il carcere militare di Santa Maria Capua Vetere e verranno convalidati gli arresti disposti dalla dott.ssa Castaldi della Procura sammaritana. Il GIP emetterà quindi eventuale ordinanza cautelare d’urgenza. Successivamente si dovrà dichiarare incompetente e trasferire la documentazione alla Procura, che a sua volta invierà il carteggio a quella di Cassino, competente per territorio.
In merito alla vicenda che ha visto protagonista lo scorso 7 marzo l’Appuntato scelto Molinaro Giuseppe, tenuto conto della delicatezza e della gravità dell’accaduto, i difensori di fiducia Avv. Giampiero Guarriello e Avv. Paolo Maria Di Napoli, su espressa richiesta dell’App. Molinaro e dei suoi familiari, ritengono opportuno diramare il seguente comunicato stampa, finalizzato ad una miglior tutela di tutte le persone coinvolte e a porre un freno alle innumerevoli inesattezze che stanno circolando sui fatti avvenuti.
Comunicato stampa:
“Senza scendere nei dettagli di una vicenda ancora al vaglio degli inquirenti, è opportuno chiarire che l’App. sc. Molinaro, chiaramente disorientato, nell’immediatezza dell’accaduto si è consegnato spontaneamente ai Carabinieri di Teano, attendendo gli stessi presso lo studio della Dott.ssa Onesta D’Angelo, sua psicologa di fiducia da circa tre anni e alla quale ha chiesto aiuto, epilogo di un percorso avviato già anni addietro presso il “Servizio di psichiatria e psicologia militare dell’Arma dei Carabinieri” di Roma.
Una volta raggiunto dai colleghi della Stazione CC di Teano, l’App. sc. Molinaro è stato condotto presso la Compagnia Carabinieri di Capua e ha fin da subito mostrato spirito collaborativo, tanto da sottoporsi senza alcuna esitazione all’interrogatorio che, in presenza dell’Avv. Guarriello, è stato eseguito con estrema professionalità e con tutta la delicatezza del caso dai Militari incaricati.
Nonostante le palesi difficoltà dovute all’evidente stato confusionale, Molinaro ha ricostruito minuziosamente i fatti e si è assunto la responsabilità dell’infausto accaduto, ripetendo incessantemente che non aveva alcuna intenzione di fare del male a nessuno – tanto è vero che si è avvicinato all’ingresso dell’hotel passeggiando in compagnia della sig.ra Miriam Mignano per andare a parlare pacificamente con il sig. Giovanni Fidaleo – e che non riusciva a spiegarsi come avesse potuto commettere un gesto così grave, tanto irrazionale e inconsulto da spezzare la vita altrui e tentare di porre fine anche alla propria.
Difatti l’App. sc. Molinaro, ancora sotto shock, è addolorato, sconvolto e profondamente pentito dell’azione commessa e chiede di essere perdonato per quanto compiuto, attendendo l’occasione per poter manifestare anche personalmente ai familiari delle vittime la propria sofferenza per l’azione realizzata.
I familiari di Molinaro, la moglie Giuseppina e i figli Christian e Immacolata, seppur distrutti nel profondo e sconvolti dall’accaduto – di certo non può essere ignorato che anch’essi sono vittime innocenti del gesto di Giuseppe – intendono manifestare la massima solidarietà e vicinanza al dolore dei familiari del sig. Fidaleo e della sig.ra Mignano, per la quale pregano affinché si riprenda al più presto.
Quanto accaduto ha disorientato tutte le persone che conoscono Giuseppe, carabiniere esemplare e uomo sempre pacifico e mai violento dal quale nessuno si sarebbe mai aspettato un gesto cosi estremo e drammatico nelle conseguenze, portando alla luce un rilevante disagio che, seppur mai giustificativo di un’azione del genere, purtroppo è in grado di rendere l’uomo vulnerabile e involontariamente distruttivo per gli altri e per sé stesso”.
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