Villa Literno (di Lucio Seneca). I giudici della sezione Misure di Prevenzione del tribunale di Santa Maria Capua Vetere, hanno fissato per il prossimo 6 aprile l’udienza relativa al provvedimento di sequestro di beni per un valore di 52 milioni di euro eseguito, nei giorni scorsi, nei confronti dei «boss dei trasporti» Giovanni e Michele Fontana, dell’omonima azienda di Villa Literno.
Tra un mese si aprirà il procedimento in cui i Fontana sono chiamati a difendersi per evitare il passaggio successivo al sequestro, ovvero la confisca.
A sostenere l’inchiesta che portò al maxi-sequestro ci sono sia le dichiarazioni dei pentiti Barone e Misso un tempo vicini ai “Casalesi“, ma anche il più importante narcotrafficante del mondo, il boss della droga Raffaele Imperiale. A chiedere la misura di prevenzione per i fratelli Fontana era stata la Procura Antimafia di Napoli.
I fratelli Fontana sono imprenditori nei settori del trasporto merci su strada e nella gestione rifiuti, ma ritenuti per l’accusa legati al clan dei Casalesi. Il sequestro è arrivato dopo la scadenza di un periodo di ammissione alla misura di prevenzione patrimoniale del controllo giudiziario che era stato accordato alla FGM Trasporti: la richiesta di revoca con successivo sequestro, è stata avanzata dalla Procura antimafia in quanto sarebbero intervenuti nuovi elementi di pericolosità, rilevante sotto il profilo sociale.
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