Omicidio a Suio Terme, per il carabiniere Molinaro arriva una nuovissima ordinanza cautelare

Pugliano di Teano (di Lucio Seneca). A pochi giorni dall’udienza davanti ai giudici del Tribunale del Riesame di Napoli, fissata per domani 21 marzo, per discutere sulla richiesta degli arresti domiciliari chiesti dalla difesa del carabiniere Giuseppe Molinaro, 56 anni, di Teano, autore lo scorso 7 marzo del delitto di Giovanni Fidaleo, 66 anni, direttore di un albergo a Suio Terme – Castelforte (Latina) – e del ferimento di Miriam Mignano, 30 anni, per l’ex divisa arriva una seconda ordinanza di custodia cautelare in carcere.

Questa volta a chiedere l’arresto, richiesta firmata dal GIP del tribunale di Cassino, è la Procura della Repubblica del frusinate competente sui reati di omicidio e tentato omicidio dei quali è accusato Molinaro. Si tratta di una procedura di arresto replica del GIP Stefania Castaldi del tribunale di Santa Maria Capua Vetere, che dopo l’emissione del provvedimento cautelare si dichiarò incompetente territorialmente sul caso giudiziario passando gli atti a Cassino. Autorità giudiziaria che, come da procedura, ha dovuto emettere il nuovo provvedimento. Nel caso il Riesame concedesse i domiciliari a Molinaro, sarebbe bloccato comunque nel carcere militare di Santa Maria dove oggi attende la visita dei suoi legali, gli avvocati Guarriello e Di Napoli.

Il militare è reduce da un intervento chirurgico al quale è stato sottoposto l’altro giorno lasciando con un permesso speciale il penitenziario militare di Santa Maria Capua Vetere.

Nel nuovo provvedimento di arresto della Procura di Cassino sarebbe contemplata la premeditazione, esclusa dal GIP sammaritano dopo l’interrogatorio durante il quale Molinaro ha ammesso le colpe scusandosi per un gesto che non avrebbe mai voluto fare.

Intanto, a Roma è stata interrogata anche Miriam Mignano, la donna ferita che avrebbe parlato per diverse ore, ma non sono stati resi noti i particolari perché si tratta di indagini ancora in corso.

L’ex militare originario della frazione di Pugliano di Teano, in servizio da meno di un anno alla stazione carabinieri di Carinola, al GIP, durante l’interrogatorio, aveva ripetuto che non era sua intenzione di uccidere il direttore, anzi, avrebbe tentato per due volte di togliersi la vita con quella stessa pistola d’ordinanza con la quale uccise Fidaleo e ferì la Mignano.

L’appuntato aveva sparato in rapida successione sette colpi, di cui quattro andati a segno, utilizzando la pistola d’ordinanza che poteva tenere in quanto era in convalescenza per una diversa patologia. Il militare però non aveva mai comunicato all’Arma le sue sedute con la psicologa che proseguivano da tempo.

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