Capua, processo bis Antropoli: guerra di perizie, spunta una data che non rende credibile il pentito Zagaria

Capua (di Lucio Seneca). Un terzo consulente della Procura antimafia, un tecnico di Padova, fa risalire la data del «pizzino» del pentito Francesco Zagaria al 2019 e fa barcollare l’attendibilità di «Ciccio ‘e Brezza».

La circostanza è emersa all’udienza con rito abbreviato che si sta celebrando a Napoli davanti al Giudice dell’udienza preliminare Provvisier – relativa al processo bis su camorra e corruzione a carico dell’ex sindaco di Capua, Carmine Antropoli, ed altri – e dove è stato chiamato un terzo consulente per analizzare l’inchiostro su un manoscritto trovato in casa del pentito l’11 dicembre del 2019. Anzi, consegnato dal figlio stesso, come emerso dal processo madre di Corte di Assise conclusosi a Santa Maria Capua Vetere con l’assoluzione dell’ex primo cittadino di Capua.

In particolare, nel processo sammaritano un primo consulente del RIS fece risalire il manoscritto almeno al 2015 o prima del 2019, ma una contro-perizia della difesa non ritenne idonea quella collocazione temporale. L’altro giorno, al processo in abbreviato, il consulente incaricato dall’accusa, probabilmente in modo involontario ha analizzato anche una parte che era “omissata” in cui emerge chiaramente la data del 2019.

Zagaria avrebbe redatto la nota con nomi e importi a cui aveva dato soldi (parte degli imputati), ma ora si apprende che la contabilità con la frase «ho consegnato a … etc. etc.» fa risalire la data al periodo in cui era stato già arrestato e quel manoscritto viene trovato o consegnato proprio di li a poco. Un modo per rendere credibile la sua collaborazione? Sarà ora l’accusa ad avere l’onere della prova per stabilire la verità intorno a questa circostanza.

Intanto, la sentenza del processo è fissata per l’8 giugno prossimo, dopo le richieste di condanna della Procura antimafia già a suo tempo quantificate. Sono stati chiesti, infatti, 4 anni ciascuno per l’ex sindaco Antropoli e l’ex assessore Marco Ricci, oltre che per il pentito Francesco Zagaria. L’accusa ha chiesto 6 anni di pena per gli imprenditori Francesco e Giuseppe Verazzo, con attività a Capua. Tre anni sono stati richiesti per il dirigente comunale, Francesco Greco, mentre 1 anno è stata la richiesta avanzata per Luca Diana, aiutante di “Ciccio ‘e Brezza“. Mentre il PM ha chiesto l’assoluzione per l’altro ex assessore capuano, Guido Taglialatela. Nel processo sono impegnati tra gli altri, i penalisti Gerardo Marrocco, Guglielmo Ventrone e Mauro Iodice.

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