Santa Maria Capua Vetere. All’udienza di ieri, dinanzi alla Corte di Assise del tribunale di S. Maria C.V. la deposizione del testimone principale prof. Samuele Ciambriello, Garante dei diritti dei detenuti della Regione Campania, che, con le sue denunce, ha portato alla sbarra 106 persone, tra agenti penitenziari, funzionari del dipartimento dell’amministrazione penitenziaria e medici ASL in servizio al carcere, imputate di violenze contro i detenuti del carcere di S. Maria C.V. Il Garante si è anche costituito parte civile contro tutti gl’imputati, difeso dall’avv. Francesco Giuseppe Piccirillo.
Questa la dichiarazione dell’avv. Piccirillo: “ Il prof. Samuele Ciambriello, come da suo dovere, ha risposto alle domande del Pubblico Ministero Alessandro Milita e dei difensori, con rara precisione per le deposizioni testimoniali. Mi sento di dire che la sua è stata una testimonianza assolutamente serena ed equidistante. È stato preciso e dettagliato; non solo con riferimento alla gravità dei fatti, anche laddove bisognava doverosamente dare conto della correttezza istituzionale di taluno degli imputati.
Peraltro, ritengo degno di nota che diversi difensori degli imputati hanno provato, invano, a screditare ruolo e attività del prof. Ciambriello; attività legittima da parte del difensore, ma è emerso con lapalissiana evidenza che si trattava di “rimediare” alla mancanza di argomenti a confutazione dell’accusa, provando a deviare l’attenzione dalla realtà di fatti, che emerge con evidenza granitica. Un profilo, quest’ultimo, che a mio parere avrebbe meritato quell’attenzione della stampa che, francamente, non ho registrato nelle notizie di oggi su questa testimonianza, nemmeno dalla RAI. La rilevanza sociale di questi fatti, ed il processo che ne deriva, per i valori in gioco, impongono e meritano, più rispetto e maggiore sostegno da parte di tutti.”.
Ciambriello, ripercorre nella sua deposizione, i momenti successivi al 6 aprile: “Parlai con direttore, capo agenti e provveditore. Dopo i pestaggi del 6 aprile 2020 dei detenuti del carcere di Santa Maria Capua Vetere, presentai una prima denuncia alla procura l’8 aprile, poi in quei giorni parlai con l’allora direttore facente funzioni del carcere, Maria Parenti, con il capo degli agenti Gaetano Manganelli e con il provveditore campano alle carceri Antonio Fullone, e tutti e tre mi risposero che il 6 aprile c’era stata una perquisizione in risposta alle proteste del 5 aprile per la positività al Covid di un detenuto, qualcuno dei tre mi disse speciale, e nulla più” dichiara Ciambriello sollecitato dalle domande del PM Milita.
“Avevano paura di ritorsioni e di essere trasferiti in altre carceri” spiega Ciambriello. Il Garante si trovò difronte un muro di gomma: nessuno, tra funzionari, medici ed agenti, o dal Dap, aveva visto niente e nessuno aveva denunciato per quanto accaduto quel 6 aprile.
“Fullone – dichiara Ciambriello – mi disse che avevano sequestrato ai detenuti pentolini con olio bollente e oggetti contundenti. Io avevo informazioni anche su violenze sui detenuti ma non gli contestai nulla“.
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