Caserta (di Lucio Seneca). Il Tribunale Amministrativo Regionale della Campania, ha annullato un decreto rettorale dell’Università della Campania, Luigi Vanvitelli, su ricorso di una ricercatrice che ha contestato procedura concorsuale per un posto di ricercatore a tempo determinato di tipologia B da assegnare al Dipartimento di Lettere e Beni Culturali dell’Università.
La sentenza – a firma del presidente Paolo Corciuolo – ha ripercorso le lamentele della dottoressa la quale lamentava che tra i componenti della Commissione “veniva nominato un professore nel ruolo di Presidente della stessa, la cui partecipazione inficiava la legittimità degli atti della procedura: ciò in quanto gravava su tale componente il dovere di astenersi non appena conosciuti i nominativi dei candidati alla procedura, rispetto ai quali era riscontrabile una tessitura di rapporti professionali tali da generare un turbamento ovvero un offuscamento del principio di imparzialità“.
In particolare, secondo la ricorrente, tra il candidato vincitore ed il professore esisterebbe una stretta collaborazione professionale, fiduciaria, di carattere personale e continuativa, sin dal 2020. A ciò, ha aggiunto la ricercatrice nel ricorso, che tra lei ed il professore, inoltre, esisterebbe un rapporto in essere di aperta conflittualità professionale e scientifica, dai toni di estrema criticità, che a sua volta avrebbe imposto al professore di astenersi.
La inimicizia esistente nei rapporti tra la ricorrente e il Presidente della commissione si sarebbe tradotta in una alterazione, in senso negativo, delle valutazioni e dei punteggi attribuiti, a volte senza alcuna logica motivazione, ai titoli ovvero alle pubblicazioni della ricorrente. Il confronto dialettico in discorso ha tratto spunto dalle aspre critiche mosse dalla ricorrente, attraverso un post pubblicato su Facebook, relativamente a una tesi, sostenuta tra gli altri anche dal professore riguardante l’eruzione di Pompei. In un passaggio il professore scrive: “La rassicuro che le idee e i percorsi che con tanta alterigia ci ha proposto non sono molto originali e credo che l’ottanta per cento dei presenti vi abbia pensato. Anche i nostri “sprovveduti” studenti di primo anno (…)”.
Il Collegio ha rilevato dunque una scarsa stima professionale per la aspirante ricercatrice, nonché l’esistenza di rapporti tutt’altro che sereni tra i soggetti coinvolti dallo scambio, non solo sul piano professionale, ma anche su quello personale ritenendo che gravasse sul Presidente della commissione un obbligo di astensione rilevante. Ha così accolto il ricorso e disposto l’annullamento degli atti gravati.
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