Caserta (di Lucio Seneca). Rinviato a giudizio dal Giudice per l’Udienza Preliminare del tribunale di Santa Maria Capua Vetere, un imprenditore di San Felice a Cancello, Andrea De Lucia, di 56 anni, noto nel capoluogo per l’apertura (e la chiusura) di diversi locali e condannato in primo grado per la “tangentopoli sanfeliciana“, questa volta a giudizio per aver massacrato di botte un avvocato civilista.
Il processo, fissato a settembre, vede imputato De Lucia per lesioni personali aggravate, minaccia e calunnia, perché cercò di organizzarsi un alibi presentandosi ad un pronto soccorso del Napoletano.
L’episodio risale al 2018 quando in via Roma a Caserta, il De Lucia, nel parcheggiare con la Jeep del fratello, arrivò quasi con le ruote sul marciapiede dove il professionista stava parlando con alcune persone. Alla reazione dell’avvocato sul modo in cui aveva parcheggiato, De Lucia, si scagliò contro di lui come una furia pronunciando parole offensive e volgari e poi colpendo l’avvocato al volto tanto da provocargli una forte contusione all’occhio e un trauma con sanguinamento al naso. Pestaggio che comportò al professionista 40 giorni di prognosi decisa dai sanitari dell’ospedale Sant’Anna e San Sebastiano di Caserta.
Una volta conclusa la sua azione, De Lucia pensò di denunciare come vittima il pestaggio e – dopo un accesso al pronto soccorso di un ospedale della provincia di Napoli, da dove andò via senza sottoporsi a visita medica – si recò dalle forze dell’ordine per raccontare di essere stato oggetto di un pugno ricevuto all’occhio dall’avvocato, e di aver subìto anche la rottura degli occhiali. In questo caso scattò però la calunnia perché da indagini eseguite dagli investigatori si risalì alle falsità contenute nella sua denuncia.