Tentata estorsione a Teverola firmata dall’ex boss Aldo Picca: gli atti passano alla Procura Antimafia

Teverola (di Lucio Seneca). Passano dalla Procura di Napoli Nord alla competente Direzione Distrettuale Antimafia, gli atti di indagine del pizzo di Pasqua che hanno visto tornare alla carica una vecchia gloria del clan dei Casalesi, Aldo Picca, il cui arresto per tentata estorsione aggravata dalla camorra è stato convalidato lunedì dell’Angelo dal GIP del tribunale di Napoli Nord.

Il giudice Raffaele Coppola ha trasmesso per competenza di reato (criminalità organizzata) gli atti alla Procura antimafia partenopea. Aldo Picca, fondatore dell’omonimo clan tra Cesa e Teverola, è stato arrestato su denuncia di un imprenditore e di un farmacista di Teverola.

A 70 anni, insieme al suo compare storico, Nicola Di Martino, Aldo Picca è tornato in auge dopo la libertà ottenuta due anni fa. Il suo nome figura nelle cronache giudiziarie da metà degli anni novanta ed è stato più volte arrestato per reati legati a estorsioni.

«Il regalo di Pasqua», questa volta non è stato ottenuto: i tempi di una volta sono cambiati e sembra che Picca sia rimasto affezionato alle tecniche di trenta anni fa. I due taglieggiati hanno subito denunciato il pizzo. Intanto, è stato avviato il bando per realizzare un pastificio artigianale in un bene confiscato proprio ad Aldo Picca anni fa: l’iniziativa fu avviata nel 2018.

 

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