Roma. Due mesi di tempo sono stati concessi dal Tar del Lazio al Governo per depositare tutti gli atti del procedimento che nel dicembre scorso hanno portato allo scioglimento del Consiglio comunale di Sparanise per presunte infiltrazioni camorristiche.
La decisione è contenuta in un’ordinanza istruttoria pubblicata nell’ambito di un ricorso proposto dall’ex amministrazione. Lo scioglimento del Comune del casertano è stato disposto in seguito al coinvolgimento, nel dicembre 2021, dell’allora sindaco in un’indagine della Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli, che ha indagato sugli affidamenti in materia di servizi sociali, contestando i reati di turbativa d’asta e corruzione con l’aggravante mafiosa per una gara che sarebbe finita a cooperative gestite da personaggi ritenuti vicini al clan dei Casalesi.
Il Tar, prendendo atto della rinuncia all’istanza cautelare formulata dal ricorrente, ha ritenuto necessario “acquisire dalle Amministrazioni resistenti gli atti del procedimento in esame, privi di oscuramenti e completi della documentazione allegata“, assegnando sessanta giorni di tempo per il deposito. Udienza di merito fissata a inizio dicembre.
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