Santa Maria Capua Vetere (di Giovanni Maria Mascia). Il prossimo 31 maggio, la Terza Sezione Penale del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere, presidente Giuseppe Meccariello, deciderà se il processo al clan Schiavone resterà incardinato presso il tribunale di Santa Maria Capua Vetere, come sostiene la DDA, o se accogliere le eccezioni di incompetenza territoriale avanzate dagli avvocati Umberto Del Basso de Caro ed Esposito Fariello.
I due legali ritengono che sia il tribunale Napoli Nord la naturale destinazione del procedimento nato da diversi tronconi di indagine, quello nato dalle intercettazioni intercorse in un colloquio del 31 dicembre del 2012 nel carcere di Opera a Milano, tra Francesco Schiavone detto Sandokan e alcuni familiari e quello che riguarda le infiltrazioni del clan Schiavone nell’RFI, acronimo di Rete Ferroviarie Italiane.
Anche in merito alla costituzione di parte civile di Claudio Maria Oriolo, manager dell’RFI, c’è stata una richiesta di estromissione da parte dell’avvocato Mario Griffo, in quanto la costituzione dell’avvocato Paola Severino, ex Ministro della Repubblica, sarebbe stata irrituale.
Il maxiprocesso vede tra gli altri sotto accusa Nicola Schiavone, Luigi Schiavone, Vincenzo Schiavone, Bernardo Apicella, Pietro Apicella, Vincenzo Apicella, Luigi Belardo, Pierfrancesco Belotti, Vincenzo Bove, Vincenzo Chianese, Carmelo Cantiello, Stefania Caldieri, Vincenzo Caldieri, Daniela Coppola, Nicola D’Alessandro, Crescenzo De Vito, Giancarlo Diana, Luigi Diana, Mario Diana, Salvatore Diana, Vincenzo Diana, Mattia Enrico, Mario Falco, Ciro Falco, Francesca Filosa, Mario Filosa, Luca Fontana, Giuseppe Fusco, Paolo Grassi, Massimo Grassi, Leonardo Letizia, Leonardo Loiacono, Angelo Massaro Luigi Palma, Fioravante Palmese, Carlo Pennino, Antonio Petrillo, Claudio Puocci, Giuseppe Russo, Fabio Salzillo, Francesco Salzillo, Fioravante Zara, Matteo D’Alessandro, Giuseppe Febbraio, difesi dagli avvocati Gennaro Ciero, Rocco Trombetti, Rosario Avenia, Mario Griffo, Pasquale Diana, Arturo Cantiello, Esposito Fariello e Del Basso de Caro.
Nel corso dell’intercettazione Schiavone, rivolgendosi ai figli Angela e Walter, si sarebbe risentito per il mancato interessamento di “zio Nicola” in merito a dei terreni di Villa di Briano e per delle inadempienze di natura economica dello stesso nei confronti della sua famiglia. Il prossimo 31 maggio i giudici decideranno sulle questioni preliminari.