Schiacciato da pressa alla Rieter Automotive di Pignataro: gli Ermellini confermano condanna per l’AD e altri due ex vertici

Pignataro Maggiore (di Lucio Seneca). Dopo dodici anni di processi ed un dibattimento iniziato a distanza di sette anni dall’incidente mortale sul lavoro, i giudici della Corte Suprema hanno condannato tre ex vertici dell’azienda svizzera Rieter Automotive, con sede a Pignataro Maggiore, accusati di omicidio colposo per la morte di un operaio.

Si tratta di Lorenzo Borrelli, un uomo deceduto nel 2011 a seguito di un malfunzionamento di una pressa dotata di potenti ventosi denominata Pick & Place Linea Tandem.

Per ovviare al malfunzionamento del macchinario – l’amministratore avrebbe fatto proseguire le lavorazioni senza preoccuparsi della riparazione – l’operaio eseguiva delle manovre pericolose e, una di queste, gli costò la vita.

All’inizio furono indagate oltre quaranta persone ed il processo iniziò in primo grado solo nel 2018. La Cassazione ha confermato dunque le pene per l’ex amministratore delegato di origine svizzera ma residente a Torino, Andreas Gehrard Becker (1 anno e mezzo), per Alfredo Ruggiero, responsabile del servizio di prevenzione e protezione dello stabilimento e per Maurizio Esposito, responsabile della produzione (per entrambi la conferma a 1 anno e 5 mesi ciascuno) tutti con pena sospesa.

La Suprema Corte ha annullato invece la sentenza di condanna per Claudio Insero, addetto alla manutenzione della Reiter; per l’allora direttore dello stabilimento Piero Faccioli; per l’allora responsabile della qualità Giuseppe Laudisa e per l’ex responsabile dei servizi tecnici, Raffaele Terracciano: i quattro dovranno però affrontare nuovamente un processo in secondo grado, davanti ad una diversa sezione della Corte di Appello.

Gestione cookie