Casal di Principe. Alle prime luci dell’alba i Carabinieri della Compagnia di Casal di Principe hanno eseguito un’ordinanza cautelare, emessa dal G.I.P. presso il Tribunale di Napoli su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia, nei confronti di 10 indagati (5 in carcere e 5 agli arresti domiciliari) gravemente indiziati per il reato di estorsione aggravata dal metodo mafioso.
Gli indagati raggiunti dalla misura cautelare in carcere sono: Barbato Antonio, nato a Caserta il 19/04/1976; De Luca Mario nato a Casal di Principe il 17/03/1969; De Luca Mario Raffaele nato a Caserta il 18/11/1981; Chiarolanza Vincenzo, nato a Villa Literno (CE) il 18/11/1966; Improta Giovanni, nato a Teverola, il 27/02/1973. Arresti domiciliari, invece, per: Chiacchio Antonio, nato a Caserta il 12/09/1971; De Luca Antonio nato a Casal di Principe il 29/01/1977; Lucca Carmine nato ad Aversa il 31/07/1970; Palumbo Antonio nato a Capua il 08/01/1987 e Pavone Alessandro nato a Aversa il 30/09/1987.
Gli indagati sarebbero appartenenti ad gruppo dedito alle estorsioni, con metodo mafioso, operante nei territori di Casal di Principe, Teverola, Frignano, San Cipriano d’Aversa, Marcianise e Castel Volturno, ricostituitosi sotto la guida di Mario De Luca, storico membro del clan dei Casalesi. Il gruppo ha posto in essere un sistema integrato di controllo delle attività commerciali agendo sia direttamente nei confronti dei commercianti che indirettamente tramite l’acquisizione di una tangente sul recupero crediti di somme dovute. In un caso specifico, gli odierni indagati si sarebbero infatti presentati con il fine di recuperare un credito, presso l’attività di una delle vittime minacciandola di morte e rompendo alcuni macchinari con una mazza da baseball.
Le somme sarebbero anche state estorte a soggetti gravati da una difficile situazione economica che, per far fronte alla richiesta, hanno dovuto tramutare il compenso in ceste di generi alimentari e beni di consumo, tangenti richieste per soddisfare esigenze di soggetti carcerati o di altri sodali.
Il gruppo ha dimostrato la sua operatività anche nel settore dei cosiddetti “cavalli di ritorno”, intromettendosi direttamente nella dinamica di restituzione di un’auto rubata nel parcheggio di un grosso centro commerciale.
L’intero panorama info-investigativo emerso ha dunque restituito un’immagine di un gruppo pienamente operativo che ha agito, in un contesto di momentaneo vuoto di potere in seno alla camorra casalese, onorando le regole e le logiche caratterizzanti del clan.
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