Giochi e scommesse illegali per favorire i “Casalesi”, il PM chiede 53 rinvii a giudizio

San Cipriano d’Aversa (di Giovanni Maria Mascia). Utilizzavano software idonei al gioco d’azzardo e alle scommesse illegali, creando una piattaforma sul web dalla quale tutti potevano accedere, gli esponenti del clan Venosa si erano inseriti in un affare milionario con ramificazioni su tutto il territorio nazionale.

La richiesta di rinvio a giudizio firmata dal pubblico ministero della DDA di Salerno, Francesca Fittipaldi, lo scorso 13 marzo riguarda cinquantatré imputati e l’udienza preliminare è stata fissata per l’11 luglio davanti al GUP Valeria Campanile del tribunale di Salerno, competente perché l’abilitazione dell’utilizzo della piattaforma era stata effettuata a Mercato San Severino, ma riguardava soprattutto la provincia di Caserta.

Tra gli imputati Raffaele Venosa, 53 anni, la figlia Maria Venosa detta Mary di 32 anni, il genero Giuseppe Verrone, 38 anni di San Cipriano d’Aversa che sarebbe subentrato dopo la scarcerazione nel 2014. Questi avrebbero creato e gestito una loro Skin di poker online. Imputati anche Salvatore Pota, 41 anni di Lusciano e Dante Taranto 40 anni di Cesa.

Le accuse a vario titolo sono associazione a delinquere di stampo mafioso finalizzata alle scommesse illegali, all’intestazione fittizia di beni e al riciclaggio.

Le indagini della DDA si sono basate su numerose intercettazioni telefoniche, ambientali e telematiche e sulle dichiarazioni dei collaboratori di giustizia Umberto Venosa, lo stesso Raffaele Venosa, Alessandro Cirillo e Massimiliano Caterino.

Secondo la DDA era stata creata una sorta di organizzazione aziendale strutturata su livelli verticali e piramidali. Non si tratta della solita imposizione di video poker, ma di una più sofisticata gestione di una piattaforma di gaming “Rete dollaro.Poker-Dbg.poker” gestita da Luigi Giuseppe Cirillo, nei cui confronti si è proceduto separatamente, che riguardava siti allocati all’estero, ma non autorizzati in Italia.

Il “clan dei Casalesi” avrebbe gestito un’elevata quota di profitti, attraverso il poker online, giochi da Casinò, betting, scommesse di ogni tipo e persino il racing dog, le corse virtuali di cani.

Gli imputati sono difesi dagli avvocati Elena Schiavone, Giuseppe Tessitore, Carmine D’Aniello e Fabio Segretti. Tra le parti lese figurano la Presidenza del Consiglio dei Ministri, il Ministero dell’Economia e della Finanza e l’Agenzia autonoma dei Monopoli di Stato.

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