Casapesenna (di Giovanni Maria Mascia). Rinviata al 27 giugno la sentenza dei giudici del tribunale Napoli Nord per il poliziotto Oscar Vesevo, l’agente accusato di aver sottratto una pen drive dal covo in cui fu arrestato Michele Zagaria.
Ieri c’è stata la replica già prevista del Pubblico Ministero Maurizio Giordano della DDA che ha rilevato la necessità di riaprire l’istruttoria dibattimentale per acquisire le dichiarazione dei pentiti Cassandra e Pellegrino dopo aver visionato i verbali dell’arringa difensiva, ma c’è stata opposizione dell’avvocato Giovanni Cantelli, difensore di Vesevo.
Alla fine l’istruttoria dibattimentale è stata riaperta solo per acquisire i verbali del procedimento a carico di Maria Rosaria Massa, del marito Vincenzo Inquieto e di Michele Zagaria, come richiesto dal difensore, per il furto di corrente elettrica aggravata dall’articolo 7, reato consumato nell’abitazione di via Mascagni a Casapesenna, dove la coppia nascondeva il capo dei Casalesi.
Chiuso nuovamente il dibattimento, il PM Giordano e l’avvocato Cantelli si sono riportati alle precedenti conclusioni, la condanna a sette anni e l’assoluzione. I giudici non sono entrati però in Camera di Consiglio, ritenendo di dover dare di nuovo la parola alle parti civili per una replica.
Vesevo è accusato di peculato, corruzione, truffa e accesso abusivo a materiale informatico, reati aggravati dalle finalità mafiose. Secondo l’accusa una volta sottratta la pen drive con informazioni scottanti archiviate da Michele Zagaria, l’imputato avrebbe venduto le preziose i documenti all’imprenditore Orlando Fontana, che finito sotto processo per la stesa vicenda è stato però assolto.