Napoli. Carabinieri e Guardia di finanza hanno eseguito a Villaricca, nel Napoletano, un’ordinanza di custodia cautelare, emessa dal gip di Napoli nei confronti di 19 indagati (di cui 3 già detenuti) per associazione a delinquere di stampo mafioso, estorsione, violazioni alla normativa sulle armi e sugli stupefacenti e tentato omicidio, reati tutti aggravati dalle finalità di agevolazione del clan. Nel mirino degli inquirenti la cosca Ferrara – Cacciapuoti, un tempo insieme ai Nuvoletta di Marano e ai Casalesi nel cartello della Nuova famiglia, collegato all’ala corleonese di Cosa Nostra è nemico della Nco di Raffaele Cutolo.
Il clan è rimasto sempre articolato in due distinti gruppi, l’uno facente capo alla famiglia Ferrara e l’altro a quella Cacciapuoti, contando in media 50 affiliati, che in caso di detenzione hanno sempre percepito ‘stipendio’ e avuto copertura delle spese legali.
I Ferrara sono sempre stati la frangia a vocazione spiccatamente imprenditoriale, con interessi in particolare, nel settore dell’edilizia, della ristorazione, degli idrocarburi e della commercializzazione di generi alimentari. Il gruppo, per evitare intralci ai suoi ‘affari’ da parte delle forze dell’ordine, aveva imposto il divieto di spaccio a Villaricca.
L’indagine ha anche documentato 9 casi di estorsione in prevalenza ai danni di imprenditori operanti nel settore dell’edilizia, di titolari di palestre e di sale giochi (in quest’ultimo caso, il titolare era tenuto a corrispondere 70 euro per ciascun macchinario presente in sala), con richieste di ‘pizzo’ dai 1.500 a 5.000 euro al mese destinate ad alimentare la cassa comune. I boss del clan hanno anche avuto un ruolo nella latitanza del capoclan Eduardo Contini, vertice del cartello camorristico denominato Alleanza di Secondigliano.
Acquisiti anche elementi sul tentato omicidio commesso da esponente del gruppo Mauriello, articolazione legata ai Ferrara, in danno di esponente dei Cacciapuoti. Eseguito anche un decreto di sequestro di società operanti nel settore immobiliare, edile, degli idrocarburi, della caffetteria e della ristorazione nonché della vendita di generi alimentari. Le società sequestrate sono 11 per un volume annuo di affari di circa 16 milioni di euro.