Castel Volturno (di Giovanni Maria Mascia). “Non ho mai ricevuto pressioni in merito ai lavori all’Hotel Vassallo, anzi Lorenzo Marcello ogni volta che aveva qualche sospetto su possibili infiltrazioni camorristiche mi metteva subito in allarme“, così l’ex sindaco di Castel Volturno, Francesco Nuzzo ha deposto ieri mattina, nelle vesti di teste a discarico, nel processo sulle collusioni tra politica, imprenditoria e criminalità organizzata che si celebra davanti alla Seconda Sezione, collegio C, del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere, presidente Antonio Riccio.
L’ex primo cittadino è stato chiamato a deporre dall’avvocato Claudio Sgambato, difensore dell’ex vice sindaco e assessore Lorenzo Marcello, imputato insieme al già Sindaco di Castel Volturno Antonio Scalzone, a Daniela Capasso, Giovanni Cassandra, Sebastiano Conte, Antonio Di Tella, Gino Fulco, Raffaele Gravante, Giovanni Castrese Graziano, Lorenzo Vargas, ai collaboratori di giustizia Gaetano Vassallo, Diana Tammaro e Francesco Diana.
Francesco Nuzzo, assolto con formula piena dal reato di concorso esterno in associazione camorristica, ha parlato delle controverse vicende amministrative che lo hanno visto attore principale da quel cinque aprile del 2005 con la vittoria nelle elezioni amministrative, sorretto da una coalizione di centrosinistra
“Verso la fine del 2004 alcuni amici mi proposero di candidarmi e superate le iniziali perplessità accettai, ma solo in questa successiva fase ebbi i primi contatti con Marcello e mi resi disponibile ad accettare il suo appoggio. Dopo la vittoria lo nominai vice sindaco ed assessore per le sue qualità in campo amministrativo che gli ho sempre riconosciuto” – ha dichiarato l’ex Sindaco Nuzzo.
L’ex sindaco ha poi parlato di appalti e rapporti con il mondo imprenditoriale: “I Coppola non li conoscevo prima di diventare sindaco, poi in seguito all’Accordo di programma, che sanciva l’attuazione delle opere, sono gioco forza entrato in contatto con loro nei limiti stabiliti dalla legge e ci ho litigato perché ritenevo che avessero occupato beni destinati ad usi civici“, ha continuato, poi spiegando che l’accordo con i Coppola era stato stilato con lo Stato e la Regione e il Comune aveva il ruolo primario in merito all’effettiva realizzazione delle opere. Tra queste la messa in sicurezza della Domiziana e la realizzazione del porto per costituire un polo marittimo.
Ha inoltre dichiarato di aver conosciuto Nicola Ferraro solo dopo le elezioni, perché rappresentava il partito dell’Udeur di Clemente Mastella e di aver conosciuto Pasquale Morrone solo ai tempi della infanzia.
In merito al presunto incontro con l’ex boss pentito Luigi Guida, alla presenza di quest’ultimo, di Nicola Ferraro e di Paolo Diana detto Scarpone, Nuzzo ha dichiarato: “non ho mai partecipato, secondo Guida ero stato minacciato dagli Schiavone e avevo chiesto protezione ai Bidognetti, ma i miei familiari vivevano a Cremona, allora si è inventato una sorella che non ho mai avuto. Io i camorristi li disprezzo profondamente, sono un uomo d’onore vero, mentre loro colpiscono alle spalle. Quando sono diventato sindaco due sono stati gli obiettivi che mi sono posto, non fare entrare la camorra in Comune e redigere atti che fossero conformi alla legge“.
In merito alla vicenda dei lavori di messa in sicurezza dell’Hotel Vassallo, Nuzzo ha spiegato di essersi affidato all’avvocato Antonio Sasso per tutelare il Comune nel contenzioso con l’ex imprenditore legato al clan Bidognetti ora pentito. Ha infine spiegato la vicenda legata al fratello del dipendente comunale Raffaele Gravante per il servizio di vigilanza: “avevo saputo da un consigliere comunale che non facevo assumere il figlio nella ditta di Giuseppe Gravante avrebbe fatto cadere la giunta. Mi limitai ad accompagnare i Gravante in Questura per il porto di armi“.
Per la difesa erano presenti gli avvocati Claudio Sgambato, Vincenzo Di Vaio e Carmine Ippolito. Il processo è stato rinviato all’udienza del 24 ottobre per vagliare le ultime richieste istruttorie prima della requisitoria.