Revoca 41bis per il boss Gaetano Piccolo, la Cassazione annulla ordinanza del tribunale di Sorveglianza

Marcianise (di Giovanni Maria Mascia). Annullata l’ordinanza del tribunale di Sorveglianza di Roma, la richiesta di revoca del 41 bis nei confronti del boss Gaetano Piccolo, 64 anni di Marcianise, dovrà essere di nuovo discussa.

La Corte di Cassazione, prima sezione, presidente Stefano Mogini, ha depositato le motivazioni, accogliendo in pieno il ricorso dei legali, gli avvocati Mariano Omarto e Angelo Raucci.

I due penalisti avevano presentato istanza al tribunale di Sorveglianza per la revoca del carcere duro, argomentando che non vi è più alcun tipo di collegamento tra il capo clan e l’organizzazione criminale dei Mazzacane smembrata ormai dalle numerose operazioni compiute dalle forze dell’ordine coordinate dalla DDA.

La Cassazione ha ritenuto che nell’ordinanza il Tribunale di Sorveglianza ha palesato assenza di motivazione “risulta mancante ogni effettiva considerazione sulla persistente vitalità ed operatività della cosca di appartenenza del Piccolo“. L’avvocato Omarto ha infatti prodotto una fitta documentazione, con ordinanze e sentenze, che dimostrano la sostanziale fine del clan Belforte sul territorio, anche a livello di semplice manovalanza.

La Cassazione ha inviato gli atti di nuovo al Tribunale di Sorveglianza affinché colmi tale carenza o assenza di motivazioni, ritenute fondamentali per giustificare la proroga del 41 bis. Nell’ordinanza di rigetto annullata dalla Cassazione, i giudici si erano limitati a porre in evidenza il ruolo apicale assunto dal boss dopo la collaborazione con la giustizia da parte di Salvatore Belforte, rilevando inoltre che Gaetano Piccolo non si è mai realmente dissociato ed ha a suo carico ha maturato condanne definitive per nove omicidi, senza mostrare alcun tipo di resipiscenza e senza aver mai risarcito le vittime. Il procuratore generale Kate Tassone aveva chiesto il rigetto del ricorso.

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