Uccide lo zio disabile a botte: ricostruite le fasi dell’arresto di Octavian Muntean

Capua (di Giovanni M. Mascia). Era in fila in attesa del pasto quando fu arrestato dai carabinieri. Erano trascorse tre settimane dall’omicidio dello zio disabile. Questa mattina il brigadiere Ianniello ha ricostruito le fasi dell’arresto di Octavian Muntean, quarantadue anni di origine rumena, nel corso del processo per l’omicidio di Petru Muntean, che si celebra davanti alla Corte d’Assise di Santa Maria Capua Vetere, presidente Roberto Donatiello.

Il brigadiere ha spiegato che in seguito ad indagini avevano individuato l’imputato nella chiesa del Carmine sulla Marina a Napoli, dove tanti senza tetto e persone in difficoltà economica cercavano assistenza e rifugio, grazie anche ad un’associazione umanitaria che forniva pasti e supporto logistico. Il brigadiere ha spiegato che lui e i suoi uomini erano in borghese e allora chiese l’ausilio dei colleghi del comando provinciale di Napoli.

L’imputato, mentre era in attesa di ricevere il pasto, si accorse della presenza dei militari dell’Arma e tentò la fuga in direzione del porto, trovando però il brigadiere Ianniello a sbarrargli la strada.

Sono state sentite anche due agenti della polizia municipale che videro Muntean mentre in fuga all’altezza di un ponte si sfilava la camicia per indossare una maglietta blu, ma dubbi sono emersi sulla effettiva distanza dell’individuazione.

L’omicidio è avvenuto il primo luglio dello scorso anno a Capua, negli spogliatoi fatiscenti del campo sportivo ormai in disuso di via Giardini, dove la vittima, che aveva sessantadue anni, viveva in condizioni molto disagiate per questioni economiche e per via di un ictus che lo aveva costretto a vivere su una sedia a rotelle. La vittima è morta a causa di un’emorragia cerebrale per i violenti colpi subiti.

L’istruttoria dibattimentale riprenderà il prossimo trenta giugno.

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