Santa Maria Capua Vetere (di Giovanni Maria Mascia). Smentiti i collaboratori di giustizia Massimo Vitolo e Antonio Monaco, i giudici della Prima Sezione Penale, collegio B, del tribunale di Santa Maria Capua Vetere, presidente Sergio Enea, hanno assolto “per non aver commesso il fatto” Gianfranco Di Rienzo, ex responsabile dell’Ufficio tecnico del comune di Santa Maria Capua Vetere, Mario Tiglio e Romeo Aversano Stabile, difesi dagli avvocati Rocco Trombetti, Mauro Iodice, Carlo De Stavola, Paolo Di Furia e Giuseppe De Lucia. I fatti si riferiscono al 2004.
Oggetto dell’inchiesta finita davanti ai giudici le presunte estorsioni ai danni della ditta Pumaver che aveva vinto l’appalto per la manutenzione del verde pubblico nel comune sammaritano, una rata da quattromila euro che a dire dei pentiti veniva riscossa nelle festività natalizie, pasquali e a Ferragosto da parte del clan dei Casalesi, fazione Schiavone.
Vitolo era l’uomo di fiducia della famiglia Schiavone e di Nicola Panaro a Santa Maria Capua Vetere e nell’Agro Caleno e Monaco il referente nella città del Foro.
I difensori hanno evidenziato nelle arringhe le incongruenze emerse in dibattimento dalle dichiarazioni dei pentiti, lo stesso Alfredo Cicala, alla guida della Pumaver, aveva negato di aver ricevuto richieste estorsive da esponenti del clan.
Di Rienzo era stato accusato dai pentiti di essere un loro referente e di aver segnalato ad esponenti dei Casalesi le gare e le ditte che si aggiudicavano gli appalti, mentre Tiglio era stato indicato come uomo di fiducia di Monaco, mentre Aversano Stabile, ritenuto interno al clan, avrebbe avuto un ruolo nelle estorsioni, anche se il pentito Monaco lo aveva scagionato.
I due collaboratori di giustizia Vitolo e Monaco sono stati giudicati separatamente e condannati con il rito abbreviato dal GUP del tribunale di Napoli.