Indagine sulla garante dei detenuti: sequestrati dispositivi elettronici e accuse di corruzione

Santa Maria Capua Vetere. Nella sua qualità di Garante dei Detenuti della provincia di Caserta avrebbe favorito in modo non lecito un detenuto del carcere di Santa Maria Capua Vetere, procurandogli un cellulare intestato a un’altra persona. Non solo, si sarebbe anche adoperata per fargli avere una relazione di servizio positiva, ricevendo in cambio un paio di scarpe dalla sorella del recluso, titolare di una boutique.

Sono alcuni dei fatti contestati dalla Procura Santa Maria Capua Vetere a Emanuela Belcuore, garante dei detenuti nel Casertano, alla quale sono stati sequestrati i dispositivi elettronici nelle sue disponibilità per riscontrare le accuse.

I fatti risalirebbero all’ottobre scorso, ma l’iniziativa della Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere risale a qualche giorno fa. Il titolare dell’indagine è il pubblico ministero, sostituto Gionata Fiore.

Accuse, quelle mosse dagli inquirenti a Emanuela Belcuore, basate anche su annotazioni di servizio della polizia penitenziaria in servizio nel carcere di Santa Maria Capua Vetere, struttura nota per le violenze ai danni dei detenuti commesse dagli agenti penitenziari il 6 aprile 2020. Proprio per questi fatti è in corso un maxi-processo con 105 imputati nell’aula bunker annessa al carcere.

Tra le contestazioni alla Garante, da verificare, anche quella di aver avvisato il detenuto di un’imminente perquisizione al fine di sbarazzarsi del cellulare che la garante gli aveva procurato. La dott.ssa Belcuore ha rassegnato ieri (04/07/23) le dimissioni dalla carica di Garante dei detenuti per la Provincia di Caserta.

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