San Cipriano d’Aversa (di Giovanni Maria Mascia). Ha chiesto di essere processato con il giudizio abbreviato Giuseppe Verrone, trentotto anni di San Cipriano d’Aversa, genero dell’ex boss Raffaele Venosa ed esponente dell’omonimo clan. Le posizioni dei due collaboratori di giustizia Raffaele Venosa e la figlia Maria Venosa sono state stralciate per problemi di omessa notifica e per l’udienza del sei ottobre tramite il loro legale, l’avvocato Giuseppe Tessitore, potrebbero chiedere analoga celebrazione del giudizio. Giudizio ordinario invece per Salvatore Pota, 41 anni di Lusciano difeso dall’avvocato Carmine D’Aniello.
I quattro esponenti della criminalità organizzata dell’agro aversano sono sotto accusa in un maxi procedimento davanti al GUP del tribunale di Salerno, Valeria Campanile. Verrone, difeso dall’avvocato Elena Schiavone, l’ex moglie Maria Venosa e Raffaele Venosa sono accusati insieme ad altri imputati dell’hinterland napoletano e del salernitano di aver gestito piattaforme di poker online, siti autorizzati all’estero ma non nel territorio nazionale. Tra i reati contestati a vario titolo anche riciclaggio e intestazione fittizia di beni, oltre alla gestione illegale delle scommesse. Il procedimento è stato istruito dal PM della DDA di Salerno Francesca Fittipaldi.
Ieri alcuni avvocati del collegio difensivo hanno eccepito la competenza territoriale del tribunale Napoli nord, in quanto la maggior parte dei reati contestati sarebbero stati consumati tra l’agro aversano e la provincia di Napoli, eccezione che è stata però rigettata dal GUP. Si sono costituite parte civile la Presidenza del Consiglio dei ministri, il Ministero di Economia e Finanza e l’Agenzia dei Monopoli di Stato. Il prossimo cinque dicembre ci sarà la requisitoria per gli imputati che hanno chiesto il rito abbreviato.