Santa Maria Capua Vetere. La droga e i cellulari sequestrati dai carabinieri di Caserta erano destinati al carcere di Santa Maria Capua Vetere, dove è in piedi un “fiorente business”. Il retroscena è emerso sull’operazione dei militari dell’Arma casertani nel corso di una conferenza stampa in Procura alla quale hanno preso parte il procuratore Carmine Renzulli, il comandante provinciale dell’Arma Manuel Scarso, il comandante del Nucleo Investigativo Salvatore Sferlazza ed il comandante del Nil della polizia penitenziaria Izzo.
L’operazione che ha portato all’arresto di due uomini e due donne, residenti tra Marcianise, Portico di Caserta e Santa Maria Capua Vetere. Secondo gli investigatori, infatti, droga e cellulari sequestrati non sarebbero stati destinati all’uso personale di alcuni detenuti, ma alla vendita all’interno del carcere.
Un business attraverso il quale, come sottolineato dal procuratore, i detenuti manterrebbero le famiglie fuori dal penitenziario. Merce che, come emerso dalle indagini, veniva venduta con un sovrapprezzo visto i rischi dell’operazione.