Bambine vittime di stupro: 9 misure cautelari, il più piccolo ha 14 anni, il più grande 19

Aversa/Caivano (NA). Costrette a subire violenze sessuali, abusi, ma anche minacce e vessazioni fisiche, un calvario durato oltre due mesi. È quanto emerso dalle indagini sullo stupro delle due cuginette di dieci e dodici anni avvenuto numerose volte a Caivano, in provincia di Napoli.

Le investigazioni dei carabinieri della locale Compagnia e della Stazione hanno portato all’esecuzione di due distinte ordinanze di custodia cautelare emesse dal Giudice per le Indagini Preliminari presso il Tribunale per i minorenni di Napoli e dal Giudice per le Indagini Preliminari presso il Tribunale di Napoli Nord.

In totale sono nove le misure cautelari eseguite all’alba di stamattina: due maggiorenni sono finiti in carcere, sei minorenni in istituto penale minorile e uno in comunità. Giovanissimi i protagonisti della vicenda: il più piccolo ha 14 anni e il più grande è un diciannovenne.

La vicenda è stata resa nota dopo le denunce presentate dal padre di una delle bambine e dalla madre dell’altra. Il racconto delle violenze ai carabinieri è avvenuto dopo che il fratello di una delle due ha ricevuto messaggi telefonici nei quali si raccontava che le minorenni era le protagoniste di alcuni video di contenuto sessuale.

I genitori delle ragazzine hanno raccontato del timore di una possibile diffusione delle immagini che riproducevano gli abusi, circostanza confermata anche dalle stesse vittime. Le due minori sono state ascoltate da personale specializzato dell’Arma al quale hanno confidato le paure nate dopo le violenze che avevano subito per oltre tre mesi.

Il Procuratore dei Minori di Napoli, Maria de Luzenberger Milnersheim, durante la conferenza stampa sugli arresti svolta stamane alle 11 presso il tribunale di Aversa ha dichiarato – “Ho sentito dire che a Caivano lo Stato non c’è, eppure i genitori delle due bimbe vittime si sono presentati con le loro figlie alle 9 di sera alla caserma dei carabinieri, e qui hanno lasciato le loro bimbe, che sono state affidate ad un carabiniere donna, che ha raccolto per prima i loro drammatici racconti, e ha scritto la relazione di servizio su cui si sono basate le indagini“.

Poi ha rivolto un appello ai giornalisti: “Vi prego di cuore di usare la massima responsabilità nei confronti di tutti i minori coinvolti in questo grave episodio. Per questo vi richiamo alla vostra carta deontologica, la Carta di Treviso, affinché assicuriate la massima tutela alle minori vittime. Non portate inoltre alla gogna i minori responsabili, che saranno puniti ma devono ancora intraprendere un percorso di riabilitazione“.

Come emerso nel corso della conferenza stampa, tutto sarebbe iniziato nella villa comunale di Caivano, dove era stata montata una sorta di ‘tenda‘ per perpetrare gli abusi. Successivamente, come sottolineato dagli inquirenti, le ragazzine avrebbero smesso di frequentare quel luogo, e il gruppo le avrebbe seguite mettendo in atto altre violenze prima nell’isola ecologica, poi nel campo sportivo ‘Faraone’, struttura sportiva abbandonata di Caivano. Nessun episodio sarebbe stato commesso nel Parco Verde.

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