Aversa (Lucio Seneca). Una violenza inaudita è un accanimento sul corpo della vittima motivato da tanta rabbia. La prima valutazione emersa dall’autopsia eseguita sul corpo di Paolo Menditto, il pusher ucciso una settimana fa nel suo appartamento di Aversa, ha rivelato che sono state inflitte 22 coltellate, e non 19 come era stato indicato dal primo medico legale. Queste coltellate sono state così violente da causare lesioni profonde a vari organi vitali oltre alla frattura di una costola.
L’esame autoptico, condotto nell’Istituto di Medicina Legale di Giugliano in Campania, è stato presenziato dal medico legale nominato dalla Procura di Napoli Nord, e dal dottor Giuseppe De Rosa, consulente tecnico della difesa di Scarano. Durante l’autopsia è stato eseguito anche un esame tossicologico sul cadavere di Menditto.
Paolo Scarano, il militare dell’Esercito è accusato di omicidio d’impeto aggravato dalla crudeltà, è attualmente detenuto nel carcere militare in seguito all’arresto confermato dalla convalida del Giudice per le Indagini Preliminari del tribunale di Napoli Nord, Ilaria Giuliano.
Sebbene la premeditazione del delitto sia stata esclusa, il giudice ha accettato l’aggravante della crudeltà basandosi sulle dichiarazioni autoaccusatorie dell’indagato e sulle testimonianze di altre persone informate dei fatti. La sua azione violenta è stata motivata da una gelosia intensa scaturita dopo aver scoperto la relazione sessuale tra la sua fidanzata tossicodipendente e il pusher.
Il militare dopo il delitto commesso mercoledì notte chiamò la ex moglie e poi la sorella per confessare il delitto la quale contattò le forze dell’ordine per farlo andare a prendere alla stazione di Aversa.
La vittima, Paolo Menditto