Tentata evasione dal carcere di Santa Maria CV, il sindacato: “Bravi agenti nonostante carenza”

Santa Maria Capua Vetere. “Nonostante una oggettiva e grave carenza di organico, la polizia penitenziaria del carcere di Santa Maria Capua Vetere è riuscita a sventare l’evasione un detenuto. Al ministero chiediamo di prevedere una ricompensa ai poliziotti che sono stati parte attiva nello sventare l’evasione”.

È quanto affermano Tiziana Guacci e Vincenzo Berrini, rispettivamente segretario regionale della Campania e dirigente locale del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria Sappe, che intervengono sulla tentata evasione del detenuto algerino del reparto Nilo, sventata dell’assistente capo Luigi Macari, che in auto ha notato il recluso che si nascondeva dietro alcuni bidoni con una lunga corda artigianale in attesa di raggiungere il muro di cinta perimetrale del carcere e fuggire.

Macari, dopo aver fermato l’uomo, è stato aiutato da altri colleghi che hanno definitivamente bloccato il detenuto. Donato Capece, segretario generale del SAPPE, elogia i poliziotti di S. Maria Capua Vetere che hanno sventato l’evasione: “È solamente grazie a loro se è stato possibile sventare la clamorosa fuga al detenuto. Una cosa grave, che poteva creare ulteriori seri problemi alla sicurezza e all’incolumità dei poliziotti, dei detenuti, dei cittadini. La grave vicenda porta alla luce le priorità della sicurezza (spesso trascurate) con cui quotidianamente hanno a che fare le donne e gli uomini della Polizia Penitenziaria, nonostante questa di S. Maria Capua Vetere è una struttura detentiva con un direttore ed un Comandante di Reparto molto sensibili ed attenti alle esigenze degli Agenti”.

“Provvedimenti urgenti” sollecita Capece, che nei giorni scorsi ha incontrato a Palazzo Chigi il presidente del Consiglio dei ministri Giorgia Meloni.

“Nessuna indulgenza – aggiunge il sindacalista – verso chi aggredisce i nostri poliziotti. In questo senso va nella giusta direzione il nuovo Decreto Sicurezza del Governo, là dove prevede proprio un inasprimento di pena per i detenuti che aggrediscono il personale di Polizia Penitenziaria durante la permanenza e l’espiazione di pena in carcere”.

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