Capua. La Corte d’Assise d’Appello di Napoli, presieduta dal giudice Vittorio Melito, ha respinto l’appello della Procura Antimafia di Napoli e assolto dall’accusa di “concorso esterno in associazione camorristica“, l’ex sindaco di Capua, Carmine Antropoli, dirigente medico dell’ospedale Cardarelli di Napoli.
La Procura Antimafia napoletana, rappresentata dal pubblico ministero dr. Maurizio Giordano, aveva impugnato il verdetto di assoluzione pronunciato in primo grado nei confronti di Antropoli, dalla Corte d’Assise di Santa Maria Capua Vetere. Ricorso respinto, e dunque, assoluzione bis anche per l’ex assessore di Capua, Marco Ricci, che rispondeva sempre di “concorso esterno“.
Carmine Antropoli era stato arrestato all’alba del 4 febbraio 2019 dai Carabinieri del Comando Provinciale di Caserta, su richiesta della DDA partenopea, con l’accusa di aver “stretto un patto criminale” con Francesco Zagaria, alias “Ciccio e Brezza“, “rappresentante“, ora pentito, dei “Casalesi” per le zone di San Prisco – Santa Maria Capua Vetere – Capua, e limitrofe, così favorendo le ditte del “clan dei Casalesi” per l’ottenimento delle concessioni di appalti per la realizzazione di opere pubbliche nel territorio del Comune di Capua, del quale, all’epoca, era Primo Cittadino.
Carmine Antropoli e Marco Ricci sono stati assolti, per mancanza di querela di parte, anche dall’accusa di “violenza privata” per lo schiaffo che Francesco Zagaria diede al candidato alle comunali di Capua, Giuseppe Di Lillo, al fine di fargli ritirare la candidatura, episodio avvenuto nel 2016 nello studio medico di Antropoli. I due in primo grado vennero condannati a un anno e otto mesi. Assolti dalla stessa accusa anche Zagaria e Armando Porciello.
Di contro, la Corte ha condannato Zagaria a 16 anni per il duplice omicidio di Caterino Sebastiano e De Falco Umberto, perpetrato a Santa Maria Capua Vetere il 31 ottobre 2003. Le vittime si trovavano a bordo di una Volkswagen Golf GTI, condotta da Caterino, la cui marcia veniva sbarrata da un’Alfa Romeo 166 consentendo il sopraggiungere di un’altra autovettura dalla quale scendeva il commando di killer che esplodeva numerosi colpi d’arma da fuoco all’indirizzo dei due.
“Da oggi ritorno a vivere – commenta Carmine Antropoli – perché dopo una lunghissima agonia giudiziaria, finalmente la Corte d’Assise di Appello ha messo un punto definitivo alla triste vicenda che mi ha colpito. Ribadisco che sono stato sempre fiducioso nell’operato dei magistrati giudicanti, e la sentenza di oggi, che mi ha completamente scagionato, mi ha fatto riprendere fiducia nella Giustizia. Ringrazio la mia famiglia che mi ha sempre sostenuto e i miei legali“.
Il collegio difensivo era composto dagli avvocati Mauro Iodice, Vincenzo Maiello, Guglielmo Ventrone, Lorenzo Caruso e Giuseppe Stellato.