Recale. G.S., noto imprenditore di Recale, operante nell’ambito dei prodotti petroliferi-energetici, era accusato di dichiarazione di reddito fraudolenta compensando l’iva dovuta all’erario con crediti ritenuti soggettivamente inesistenti (operazioni commerciali mai realizzate).
In particolare, secondo l’accusa, l’imputato avrebbe, al fine di evadere le imposte sul reddito, dichiarato la realizzazione di operazioni commerciali inesistenti con soggetto terzo per circa 130 mila euro. Il procedimento traeva origine da una segnalazione pervenuta, all’Agenzia delle Entrate di Caserta, dall’ufficio doganale di Monza e Brianza che si inseriva nel più ampio fenomeno del contrabbando di prodotti energetici in ambito comunitario.
Secondo l’assunto accusatorio le operazioni indicate a detrazione dell’Iva erano soggettivamente inesistente in quanto mai realizzate e, pertanto, dopo due anni di processo e l’escussione di diversi testi, la procura chiedeva la condanna dell’imputato a due anni di reclusione.
Il tribunale, accogliendo le argomentazioni della difesa, rappresentata dall’avvocato Salvatore Gionti, ha assolto, perché il fatto non sussiste, l’imputato.