Santa Maria Capua Vetere/Aversa. È stata fissata per l’8 ottobre prossimo dal Giudice dell’Udienza Preliminare del tribunale di Santa Maria Capua Vetere, Alessia Stadio, l’udienza preliminare a carico di 59 persone coinvolte nel sistema illecito al Dipartimento di Igiene Mentale dell’Asl di Caserta, con sede ad Aversa.
Un sistema che per la Procura di Santa Maria Capua Vetere, cui gli atti sono arrivati dalla Procura di Napoli Nord che inizialmente aveva indagato, sarebbe imperniato attorno all’ex direttore del Dipartimento di Salute Mentale, Luigi Carrizzone, con diversi reati contestati, dall’associazione a delinquere finalizzata alla corruzione alla turbativa d’asta, ai falsi in atto pubblico alla truffa ai danni di un ente pubblico, dal peculato al traffico illecito di influenze; reato quest’ultimo contestato ad uno degli imputati, il presidente del Consiglio regionale della Campania, Gennaro Oliviero.
Nel marzo 2023 il Giudice per l’udienza preliminare di Napoli Nord, Daniele Grunieri, si è dichiarato incompetente per tre dei quattro procedimenti, trasferendoli al tribunale di Santa Maria Capua Vetere. In particolare per quello principale con trentatré imputati tra cui Oliviero, in cui la Procura ipotizzava un giro di appalti indetti dal Dsm guidato da Carrizzone e finiti a ditte compiacenti in cambio di soldi e altri regali.
A quello di Napoli Nord ad Aversa invece è rimasto il procedimento con il minor numero di imputati, relativo ad episodi di corruzione in atti giudiziari, in cui a Carrizzone è contestata l’emissione di perizie false, poi usate in procedimenti penale, dietro il pagamento di compensi.
Tra gli imputati figurano l’imprenditore e patron delle strutture sanitarie EmmeDue, Michele Schiavone e l’ex direttore generale dell’Asl casertana, Mario De Biasio.
Oliviero (traffico di influenze) è accusato di essere intervenuto, da componente della commissione regionale sanità, presso l’ex manager Asl De Biasio per far prorogare l’incarico di direttore del Dsm a Carizzone, ottenendo da quest’ultimo un pranzo in un ristorante di Lusciano.
Al centro delle indagini proprio Carrizzone, che con la complicità di numerosi dipendenti Asl, avrebbe dirottato dietro soldi e regali, e senza alcuna gara pubblica, molti pazienti psichiatrici in cura all’Asl presso le strutture di Schiavone, imprenditore di Sessa Aurunca, città di origine del presidente del Consiglio regionale della Campania, Gennaro Oliviero, gestendo inoltre in maniera occulta, e violando le norme sul conflitto di interessi, altre cooperative cui pure venivano inviati pazienti psichiatrici. Sempre Carrizzone avrebbe poi falsificato svariati atti pubblici in cui attestava la partecipazione di dipendenti Asl a progetti dell’azienda sanitaria, che permetteva loro di percepire cospicui premi e indennità.
Un fiume di danaro pubblico di centinaia di migliaia di euro che, secondo l’accusa, Carrizzone avrebbe usato per alimentare il sistema illecito che girava attorno al Dipartimento di Salute Mentale.
I nomi dei 59 imputati
Luigi Carizzone, Patrizia Rampone, Nicola Bonacci, Tamara Bonacci, Salvatore Catuogno, Antonio D’Angelo, Mario De Biasio, Francesco Della Ventura, Costanza Di Pietro, Raffaele Ferrantino, Giovanni Gaglione, Gennaro Galluccio, Victor Gatto, Achille Germano, Federico Iorizzi, Vincenzo Letizia, Emanuela Mascia, Laura Messina, Saverio Misso, Antonio Morlando, Giuseppe Morlando, Raffaele Muscariello, Gennaro Oliviero, Libera Palmieri, Antonio Papa, Cuono Puzone, Pasquale Sannino, Antonio Scarpa, Michele Schiavone, Luana Sergi, Antonio Stabile, Maria Rosalia Acinelli, Michele Alba, Vincenzo Argenziano, Benedetto Brancaccio, Barbara Buscema, Anna Castiglio, Filippo Cherichella, Gabriella Chirico, Ciro Cozzolino, Vincenzo Giaquinto, Loredana Iorio, Vincenzo Limone, Giuseppe Monti, Filomena Pagano, Anna Palermito, Clemente Papa, Gaetano Romagnuolo, Margherita Sferlazza, Martino Cantiello, Giuseppe Lasco, Maurizio Martucci, Nicola Nacchia, Edoardo Pafferi, Girolamo Parente, Lucio Pesacane, Samuele Piscitelli, Giancarlo Rizza e Paolo Spina.