Roma. Malore per Gianni Fabbris, portavoce del coordinamento Unitario degli allevatori bufalini che da dodici giorni sta attuando lo sciopero della fame davanti al Ministero della Salute in rappresentanza del movimento che da oltre un anno si batte per ottenere la riforma delle strategie di eradicazione della brucellosi e della TBC.
Una protesta il cui obiettivo è sollecitare il Governo a nominare un Commissario che si sostituisca alle Regioni nella risoluzione del decennale problema che coinvolge centinaia di allevamenti bufalini e bovini. Fabbris ha iniziato lo sciopero della fame il 17 aprile.
Anima del movimento il Coordinamento Unitario in Difesa del Patrimonio Bufalino, nato quasi tre anni fa nel Casertano per protestare contro il piano della Regione Campania di eradicazione di brucellosi e Tbc, e la Rete Interregionale Salviamo l’Allevamento di Territorio, sorta invece nella primavera del 2023 per unire in un’unica piattaforma le comuni rivendicazioni degli allevatori delle quattro regioni colpite dal fenomeno.
Il movimento chiede da un anno al Governo di nominare un Commissario Nazionale per risolvere il problema brucellosi e tbc che pesano sulla sicurezza e l’economia delle 4 regioni meridionali, nomina non ancora avvenuta.