Santa Maria Capua Vetere. I Carabinieri della Compagnia di Santa Maria Capua Vetere, unitamente a personale della Polizia di Frontiera Aerea di Fiumicino, hanno dato esecuzione ad un mandato d’arresto su ordine del Gip del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere, su richiesta della Procura della Repubblica, nei confronti di un 33enne albanese, esecutore materiale dell’omicidio dell’imprenditore agricolo Pasquale Guarino avvenuto in data 23 settembre 2015 in Santa Maria Capua Vetere, località Savignano, via Pozzilli.
L’omicidio Guarino fu perpetrato da un gruppo di almeno tre soggetti, che nel tentativo di commettere una rapina ai suoi danni, lo colpiva, a seguito della resistenza dallo stesso opposta, con due colpi d’arma da fuoco che lo attingevano all’avambraccio destro ed alla regione giugolo — sternale, cagionandone la morte, verificatasi poco dopo presso l’ospedale di Santa Maria Capua Vetere.
L’arresto è stato eseguito, all’esito di una fattiva e sinergica collaborazione, coordinata da questa Procura della Repubblica, tra i Carabinieri della Compagnia di Santa Maria Capua Vetere, l’Interpol ed il Servizio per la Cooperazione Internazionale di Polizia della Direzione Centrale della Polizia Criminale, che ha provveduto all’estradizione dell’indagato, localizzato in Inghilterra grazie agli accertamenti investigativi esperiti.
L’attività di indagine, diretta dalla Procura della Repubblica ed eseguita dalla Sezione Operativa della Compagnia Carabinieri di Santa Maria Capua Vetere, ha consentito —attraverso l’analisi del contenuto di intercettazioni telefoniche, nonché delle immagini riprese da alcune telecamere insistenti sulla vasta area dell’evento omicidiario, dei tabulati di traffico telefonico e delle dichiarazioni rese da alcune persone informate sui fatti — di effettuare una ricostruzione della complessa vicenda delittuosa che è culminata con l’assassinio del citato imprenditore.
In particolare l’indagine ha consentito di delineare le responsabilità in capo all’arrestato, quale esecutore materiale dell’azione delittuosa, oltre a quelle di un altro indagato, già tratto in arresto in esecuzione del medesimo provvedimento il 10 agosto u.s., il quale, approfittando del rapporto di impiego che all’epoca dei fatti lo legava alla vittima ed assumendo il ruolo di “basista”, avrebbe fornito agli altri complici determinanti informazioni sugli spostamenti e sulle abitudini del Guarino, affinché questi potessero perpetrare ai suoi danni una rapina finalizzata all’appropriazione di una cospicua somma di denaro, incassata dallo stesso poco prima presso il mercato ortofrutticolo di Maddaloni.
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