Mondragone. Con il termine « Marocchinate », dal 1946, vengono generalmente definiti tutti gli episodi di violenza sessuale e violenza fisica di massa, ai danni di migliaia di individui di tutte le età (ma soprattutto di donne) effettuati dalle truppe coloniali inquadrate nel Corpo di spedizione francese in Italia (Corps Expéditionnaire Français en Italie–CEF) durante la campagna d’Italia della Seconda guerra mondiale.
Questi episodi di violenza sfociarono a volte anche in esecuzioni coatte degli abitanti delle zone sottoposte a razzia e violenza e raggiunsero l’apice durante i giorni immediatamente successivi all’operazione Diadem e allo sfondamento della linea Gustav da parte degli Alleati. Queste violenze sistematiche iniziarono con lo sbarco in Sicilia, nel luglio 1943, e proseguirono nel 1944 in Campania, Lazio e Toscana, raggiungendo punte di inaudita ferocia in Ciociaria e riducendosi di numero nell’estate del 1944 con il ritiro del CEF dal fronte di guerra italiano. Donne di ogni età, ma anche uomini e bambini, subirono stupri spesso compiuti in gruppo e, chi si oppose, venne picchiato selvaggiamente o ucciso.
L’elenco delle città colpite da questo flagello è molto lungo e non bisogna dimenticare le violenze compiute in Sicilia, Campania e Toscana, con alcuni episodi accaduti anche nelle Marche, in Molise, in Abruzzo, in Puglia e in Sardegna.
L’Avv. Emilio Pagliaro, responsabile regionale nonché componente della commissione legale dell’Associazione Nazionale Vittime Delle “Marocchinate”, grazie alle ricerche del presidente nazionale dell’Associazione Cav. Emiliano Ciotti, riusciva a ricostruire gli atti di violenza e le uccisioni che commise, senza alcuna pietà, il Corpo di spedizione francese, al passaggio nel comune di Mondragone, pertanto, individuato il luogo dell’esecuzione di alcune persone, per mano dei detti fucilatori, in Pescopagano di Mondragone, veniva celebrata la cerimonia del ricordo il giorno 18 Maggio del 2021, ove parteciparono oltre a varie autorità civili, militari ed ecclesiastiche, anche studioso locali, tra cui il compianto prof. Pasquale Schiappa.
Durante la cerimonia fu issata la bandiera d’Italia sull’asta d’acciaio donata dal consigliere regionale Marco Nonno, venne deposta la corona d’Alloro, al suono delle note del silenzio, diffuso dalla tromba di un giovane musicista. Orbene, la detta area pubblica fu recuperata ed adibita a luogo del ricordo, grazie anche all’ausilio di alcune associazioni locali; in seguito, purtroppo, dei balordi sottrassero la bandiera e successivamente, l’accanimento verso questo luogo si intensificò e fu addirittura sottratta l’asta. L’area a tutt’oggi, viene utilizzata saltuariamente da un camion per la vendita di alimenti in strada.
Avevamo scelto quell’area per motivi storici, e che avrebbe potuto rappresentare un simbolo per il rilancio di un territorio, una frazione di Mondragone (CE) che appare completamente abbandonata a se stessa, avevamo issato un baluardo alla libertà ed al ricordo, ma soprattutto alla civiltà e alla cultura, per ricordare le vittime di questi orrendi crimini di guerra e rilanciare con la cultura una località di Mondragone, ed è un rammarico vedere quell’area, per Noi divenuta sacra, lasciata alla mercè di chiunque.
A questo punto, dopo l’installazione della Venere di Sinuessa nella rotonda principale di Mondragone (CE) da parte dell’amministrazione comunale, chiediamo a gran voce che venga istallata, alla rotonda situata sulla Strada Statale Domiziana, all’altezza della località Pescopagano, un monumento marmoreo che ricordi perennemente tutte le vittime delle marocchinate, e che venga recuperata l’area che fu da Noi allestita a perenne ricordo.
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