Orta di Atella. Conflitto a fuoco con i carabinieri, poi la fuga a folle velocità, infine il fermo e il carcere. È la cronistoria della cattura del 53enne accusato di aver ucciso a colpi d’arma da fuoco i fratelli Marco e Claudio Marrandino di Cesa, in via Astragata a Orta di Atella.
Come ricostruito dai militari dell’Arma, gli uomini in divisa che transitavano sul posto, si stavano avvicinando alle due vetture ferme, pensando si trattasse di un diverbio per la viabilità. Il soggetto è sceso repentinamente dalla sua auto e si è avvicinato al lato passeggero dell’altra autovettura e, dopo aver afferrato e strattonato il passeggero della stessa, ha estratto dalla cintura una pistola esplodendo numerosi colpi al suo indirizzo, colpendolo alla testa.
Subito dopo, il killer ha esploso numerosi altri colpi verso il conducente dell’altra vettura, il quale era sceso dall’auto cercando di scappare a piedi, colpendolo alla schiena. Dopodiché, ha puntato l’arma all’indirizzo del capo servizio della pattuglia, che si stava avvicinando alle due vetture per intervenire, il quale esplodeva due colpi d’arma da fuoco, senza attingere l’autore del delitto. A quel punto, il killer si è messo a bordo della sua vettura e si è dato alla fuga a forte velocità.
I Carabinieri hanno inseguito il killer per diversi chilometri, con il fuggitivo che lanciava pezzi di vetro dal finestrino della sua auto, danneggiando il veicolo dei Carabinieri. Il soggetto, tuttavia, è riuscito a far perdere le proprie tracce nelle campagne circostanti Cancello e Arnone.
Le ricerche serrate ed ininterrotte condotte sotto la direzione della Procura della Repubblica di Napoli Nord, hanno permesso di rintracciare l’uomo presso una struttura sanitaria della zona. L’uomo è stato ovviamente riconosciuto dagli agenti operanti. L’auto utilizzata per la fuga è stata successivamente ritrovata abbandonata in una zona rurale.
Il soggetto, prima di essere sottoposto a fermo, è stato interrogato negando l’addebito. E’ stata, inoltre, effettuata perquisizione domiciliare presso l’abitazione del presunto responsabile, che ha consentito il rinvenimento di armi e munizionamento, tra cui un fucile a canne mozzate modificato e con matricola abrasa ed una pistola semiautomatica illegalmente detenuta (non censita in banca dati, né oggetto di denuncia), oltre ad un ingente quantitativo di materiale per il confezionamento di cartucce e polvere da sparo (oltre 100 chilogrammi di bossoli).
L’uomo era stato già in precedenza destinatario di provvedimenti amministrativi di divieto di detenzione armi e revoca porto d’armi, dato che le armi detenute erano da considerarsi clandestine, attesa l’assenza di elementi identificativi, nonché la modifica della potenzialità offensiva dell’arma e tenuto conto che la stessa recava matricola abrasa.
Le indagini proseguono con l’esecuzione dei necessari accertamenti tecnici tuttora in corso. Non è ancora chiara l’identificazione del movente dell’omicidio. Il soggetto è stato accompagnato presso la Casa Circondariale di Santa Maria Capua Vetere, a disposizione dell’Autorità Giudiziaria.
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