Santa Maria Capua Vetere. Nella giornata di ieri, 19 giugno 2024, verso le ore 12 circa, due intere sezioni del reparto Tamigi popolate da detenuti appartenenti al circuito Alta Sicurezza hanno posto in essere una protesta culminata nell’aggressione in danno di un Ispettore di Polizia Penitenziaria, colpito da diversi pugni e costretto a ricorrere alle cure mediche presso il locale nosocomio.
I detenuti si sono resi responsabili anche di danneggiamenti di suppellettili e apparecchiature terminando il loro raid rompendo la vetrata di ingresso del reparto per poi fare ritorno ai rispettivi piani.
La furia dei reclusi sembrerebbe essere scaturita da motivi di natura sanitaria, infatti gli stessi lamentavano una carenza di cure poste nei confronti di un loro compagno affetto da gravi patologie.
Ormai le aggressioni in danno del personale stanno raggiungendo una cadenza giornaliera nell’istituto Sammaritano, facendo divenire ogni situazione un pretesto per scaricare le tensioni e il malcontento su uomini e donne che quotidianamente vanno sul posto di lavoro e non sanno se al termine del proprio turno di servizio rientreranno presso le proprie abitazioni incolumi.
Il Segretario Generale Angelo Di Costanzo afferma: “La situazione è sempre più critica a causa di una popolazione detenuta refrattaria al rispetto delle regole, abituata da anni alla consapevolezza che tutto gli è dovuto”.
L’As.p.pe auspica in un celere intervento di questo Governo sulle continue situazioni di alta tensione e di aggressione al personale Polizia penitenziaria ormai all’ordine del giorno e chiediamo soprattutto anche l’immediata applicazione dell’art 14 bis O.P. che prevede restrizione adatte a contenere soggetti violenti e pericolosi.
Sarebbe opportuno dotare al più presto la Polizia Penitenziaria del taser, o comunque di altro strumento utile a difendersi dalla violenza di delinquenti che non hanno alcun rispetto delle regole e delle persone che rappresentano lo Stato.
Per questo l’As.p.pe non esclude clamorose forme di protesta dei poliziotti, perché ormai il tempo delle interlocuzioni è finito, in questi ultimi anni ci siamo recati in ogni istituto di pena del Paese, per adulti e minori, abbiamo pazientemente ascoltato il personale, abbiamo scritto e riscritto alle varie Autorità competenti, ma ci rendiamo conto che chi di dovere non ha ancora interpretato le iniziative che abbiamo richiesto e che ci aspettavamo.
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