Giudiziaria

Appalti truccati nei rifiuti: partito il processo, ma per i legali c’è incompetenza territoriale

Rinviato alla seduta di martedì 24 settembre il processo per gli appalti truccati nei rifiuti. Tra gli imputati il sindaco di Caserta, Carlo Marino e di Curti, Antonio Raiano, e l'imprenditore dei rifiuti, Carlo Savoia.

Carlo Marino, Carlo Savoia e Antonio Raiano
Carlo Marino, Carlo Savoia e Antonio Raiano

Santa Maria Capua Vetere. È stato rinviato al 24 settembre il processo, partito il 9 luglio scorso al tribunale di Santa Maria Capua Vetere, in cui sono imputati il sindaco di Caserta, Carlo Marino, e altre 13 persone, tra cui il sindaco di Curti, Antonio Raiano (riconfermato alle elezioni di giugno), accusati a vario titolo di reati di turbativa d’asta e traffico di rifiuti in relazione agli appalti pubblici nel settore della raccolta rifiuti indetti da comuni delle province di Caserta e Napoli e ritenuti truccati dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli, che ha svolto le indagini e reggerà l’accusa in giudizio. Perno del procedimento l’imputato Carlo Savoia, imprenditore dei rifiuti ritenuto dalla Dda vicino al clan dei Casalesi.

Al dibattimento figurano tra gli altri anche il comandante della Municipale di Curti Iginio Faiella, l’imprenditore titolare dell’azienda di rifiuti Lea Angelo Egisto, l’ex funzionario del Comune di Caserta Giuseppe D’Auria e l’ex dirigente sempre del comune capoluogo Marcello Iovino.

Gli avvocati di alcuni imputati hanno sollevato eccezione di incompetenza territoriale ritenendo che il reato di traffico di rifiuti sia di competenza distrettuale, per cui dovrebbe essere il tribunale di Napoli ad occuparsene. Peraltro proprio il tribunale di Napoli, in particolare i giudici del collegio A della settima sezione penale, lo scorso 16 maggio si era dichiarato incompetente per territorio trasmettendo gli atti al tribunale di Santa Maria Capua Vetere. I giudici sammaritani scioglieranno la riserva sull’eccezione sollevata dagli avvocati nell’udienza del 24 settembre.

Alla fine dello scorso anno il giudice per l’udienza preliminare di Napoli Anna Tirone ha assolto in abbreviato sette imputati, ovvero Michele Oliviero e Andrea Guadagno, titolari dell’azienda di rifiuti Bema (coinvolta nell’indagine) che erano accusati di traffico illecito di rifiuti, il dirigente del Comune di Lusciano Edoardo Cotugno che rispondeva di turbativa d’asta, l’ex assessore del comune di Aversa Paolo Galluccio, Ernesto Scamardella, Pasquale Vitale e Salvatore Merola.

L’indagine della Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli e dei carabinieri del Nucleo Operativo Ecologico (Noe), da cui è nato il processo, partì nel 2018 e portò a sei arresti il 21 dicembre 2021. Per i magistrati antimafia Fabrizio Vanorio e Maurizio Giordano sarebbero state almeno 44 le gare d’appalto bandite da altrettanti Comuni delle province di Caserta, Napoli, Salerno, Benevento, Latina e Potenza nel settore dei rifiuti solidi urbani, che sarebbero state “aggiustate” dall’imprenditore Carlo Savoia, e dai suoi collaboratori, con la complicità di alcuni sindaci e dei funzionari pubblici. Nel processo si sono costituiti parti civili i comuni di Caserta, Aversa e Curti.

Il collegio difensivo è composto dagli avvocati: Giuseppe Stellato, Raffaele Costanzo, Giuseppe Tuccillo, Gennaro Iannotti, Dario Pepe, Giuliana Tammelleo, Alberto Martucci, Dezio Ferraro, Francesco Cappiello, Gabriele Amodio, Mario Griffo, Vincenzo Iorio e Raffaele Mascia.

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