Caserta. Una Commissione d’Accesso è stata predisposta dal Viminale per far luce su eventuali condizionamenti di carattere camorristico nell’Ente locale guidato dal sindaco del Pd, Carlo Marino. L’arrivo in palazzo Castropignano sarebbe imminente, si parla degli inizi di settembre.
È lo stesso ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, a renderlo pubblico nel corso del Question Time alla Camera relativo al fenomeno della criminalità organizzata nell’area metropolitana di Napoli. “È sufficiente ricordare, a questo riguardo, i 21 scioglimenti per mafia dei consigli comunali (6 dei quali in Campania) e le 19 proroghe (di cui 5 in Campania) adottati sotto questo Governo, nonché le 22 Commissioni di accesso attivate presso i comuni, l’ultima delle quali disposta, nella giornata di ieri per il Comune di Caserta. Non è da meno il dato relativo ai provvedimenti antimafia interdittivi adottati dai Prefetti nei confronti dei soggetti legati alla criminalità organizzata, ben 129 nella sola Città metropolitana di Napoli nei primi 7 mesi del 2024“. – ha detto il ministro Piantedosi.
Come funziona e perchè esiste la Commissione d’Accesso: al fine di accertare il condizionamento delle organizzazioni criminali sull’ente locale, il Ministro degli Interni nomina apposita commissione di indagine prefettizia. La Commissione svolge un approfondito esame dell’attività amministrativa, analizzando anche le risultanze delle indagini giudiziarie sui gruppi criminali presenti sul territorio e gli eventuali provvedimenti adottati nei confronti di amministratori locali e dipendenti. Il Prefetto trasmette le conclusioni di questo lavoro al comitato provinciale per l’ordine pubblico (che esprime il suo parere al riguardo) e poi al Ministro dell’Interno, il quale decide se archiviare oppure sottoporre la proposta di scioglimento al Consiglio dei Ministri che delibera nel merito. Il successivo decreto di scioglimento del Presidente della Repubblica, con allegati la relazione del Ministro e quella del Prefetto, precisa la composizione della commissione straordinaria di tre membri, cui affidare la gestione dell’Ente per un periodo massimo di 18 mesi. Poi si ritorna al voto.
Relativamente alla bufera giudiziaria dello scorso mese di giugno di cui all’indagine della Procura di Santa Maria Capua Vetere, relativa ad un giro di appalti comunali dati in cambio di voti e tangenti, ci sentiamo di escluderla dal provvedimento che il Viminale ha emanato, in quanto dopo che la Procura sammaritana ha inviato il fascicolo relativo alle indagini, la DDA di Napoli, Direzione Distrettuale Antimafia, non ha ravvisato elementi su eventuali condizionamenti di carattere camorristico, rispedendo al mittente il carteggio.
L’indagine portò il 13 giugno agli arresti domiciliari dell’allora assessore comunale ai lavori pubblici, Massimiliano Marzo, dei dirigenti del Comune di Caserta, Franco Biondi e Giovanni Natale, del dipendente comunale Giuseppe Porfidia, l’imprenditore Gioacchino Rivetti. Tutti poi rimessi in libertà. L’inchiesta coinvolse anche il vicesindaco di Caserta, Emiliano Casale, dimessosi la scorsa settimana, accusato di voto di scambio, Magdi Khachermi, collaboratore dell’assessore Marzo, il geometra Gaetano Di Tora, e vari imprenditori casertani. Per tutti gli indagati c’è stato l’avviso di chiusura indagini dalla Procura, atto che precede la richiesta di rinvio a giudizio. Tra i “portatori di voti” sono emersi personaggi legati al clan Belforte di Marcianise.
Di carattere “mafioso” invece c’è il provvedimento in cui sono stati rinviati a giudizio il sindaco di Caserta, Carlo Marino, e altre 13 persone, tra cui il sindaco di Curti, Antonio Raiano, accusati a vario titolo di reati di turbativa d’asta e traffico di rifiuti in relazione agli appalti pubblici nel settore della raccolta rifiuti indetti da comuni delle province di Caserta e Napoli e ritenuti truccati dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli, che ha svolto le indagini e reggerà l’accusa in giudizio. Perno del procedimento l’imputato Carlo Savoia, imprenditore dei rifiuti ritenuto dalla Dda vicino al clan dei Casalesi.
Dopo la prima udienza del 9 luglio, il processo pendente dinanzi ai giudici del tribunale di Santa Maria Capua Vetere, è stato rinviato al 24 settembre, perchè i legali di alcuni imputati hanno sollevato eccezione di incompetenza territoriale ritenendo che il reato di traffico di rifiuti sia di competenza distrettuale, per cui dovrebbe essere il tribunale di Napoli ad occuparsene. I giudici sammaritani scioglieranno la riserva sull’eccezione sollevata dagli avvocati nell’udienza del 24 settembre.
Nelle prossime ore potremo essere più chiari sulle motivazioni della vicenda come sopra. Nel frattempo Marino ha deciso qualche giorno fa di azzerare la giunta, lasciando per ora la città senza un esecutivo.
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