Un comune della provincia di Caserta è finito nei notiziari per un caso spinoso: il finanziamento per gli immigrati rifiutato
Un finanziamento da 3 milioni di euro rifiutato e un caso che accende i riflettori su un piccolo comune in provincia di Caserta. La vicenda, che riguarda fondi destinati alla costruzione di abitazioni per cittadini extracomunitari, è stata protagonista di un servizio andato in onda nella puntata del 20 novembre della trasmissione “Fuori dal Coro”, su Mediaset.
Una decisione, quella del Comune, che ha sollevato molte domande e acceso il dibattito, sia a livello locale che nazionale. L’inviato della trasmissione ha documentato le condizioni in cui vivono molti migranti nel territorio comunale: baracche e rifugi di fortuna, spesso nei pressi della stazione, in uno scenario di totale degrado.
Secondo il servizio, non mancano episodi di tensione, con segnalazioni di violenze e aggressioni da parte di soggetti in stato di ubriachezza. Una fotografia che lascia poco spazio all’immaginazione e che rende ancora più controversa la scelta del comune di San Felice a Cancello di rinunciare ai fondi.
San Felice a Cancello e il caos immigrati: baraccopoli e degrado
Intervistato da “Fuori dal Coro”, il sindaco di San Felice a Cancello, Emilio Nuzzo, ha spiegato inizialmente che il finanziamento non era stato accettato per evitare di creare “un ghetto” o una struttura che il Comune non sarebbe stato in grado di gestire. Ma, a seguito della messa in onda del servizio, il primo cittadino ha voluto chiarire ulteriormente la posizione dell’amministrazione attraverso i social.
“L’intervista trasmessa non ha riportato la vera motivazione della rinuncia al finanziamento”, ha scritto Nuzzo, spiegando che la decisione risale a marzo 2022. Il progetto, finanziato nell’ambito del Pnrr, prevedeva la realizzazione di 24 appartamenti già arredati per accogliere cittadini extracomunitari.
Tuttavia, il Comune, in dissesto finanziario, non poteva permettersi di sostenere i costi aggiuntivi richiesti. Questi includevano un cofinanziamento di 512mila euro, oltre alle spese ricorrenti per utenze e pulizie giornaliere. “In queste condizioni economiche, un impegno del genere sarebbe stato praticamente impossibile da sostenere”, ha concluso il sindaco.
Le immagini trasmesse da “Fuori dal Coro” mostrano una realtà difficile da ignorare. Case di fortuna e condizioni igieniche precarie coesistono con le tensioni sociali che spesso si creano in situazioni di abbandono. In questo contesto, la mancata realizzazione delle abitazioni diventa il simbolo di una sfida più ampia, quella della gestione dell’immigrazione nei piccoli centri, dove le risorse spesso non sono sufficienti a far fronte alle necessità crescenti.
Si spacca l’opinione pubblica: “Un’occasione persa”
La decisione di San Felice a Cancello ha generato reazioni contrastanti. Da un lato, c’è chi difende il Comune, sottolineando l’impossibilità concreta di sostenere il progetto in un contesto di dissesto finanziario. Dall’altro, c’è chi accusa l’amministrazione di aver perso un’occasione importante per migliorare la situazione di degrado e disagio sociale in cui vivono i migranti sul territorio.
Questa vicenda non è solo una questione locale, ma mette in luce problematiche diffuse in molte realtà italiane: da un lato, i limiti delle amministrazioni comunali in dissesto economico, e dall’altro, la difficoltà di trovare soluzioni sostenibili per garantire condizioni di vita dignitose ai migranti.
La domanda che resta aperta è questa: fino a che punto è giusto chiedere a un Comune in difficoltà di farsi carico di progetti che, senza un supporto strutturale più ampio, rischiano di diventare insostenibili? E, allo stesso tempo, come si può giustificare la rinuncia a un finanziamento che avrebbe potuto migliorare le condizioni di tante persone in difficoltà?
Il dibattito continua, con San Felice a Cancello al centro di una questione che riguarda non solo la Campania, ma tutto il Paese.