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Cultura

Ultimo appuntamento della rassegna “I libri di Achille” con il libro di Giuseppe Garofalo e Andrea La Marca

Caserta. Venerdì 30 giugno 2023 alle 19 si terrà presso la casa editrice Terre Blu il quarto e ultimo appuntamento della rassegna “I libri di Achille”.
Sarà presentato il libro “Il cannocchiale platonico di Luigi Vanvitelli. Il Numero, i simboli, le allegorie, le metafore. Il mito nell’Architettura della Reggia di Caserta” (Audax Editrice, 2022) di Giuseppe Garofalo e di Andrea La Marca. All’incontro parteciperà il dott. Giuseppe Garofalo.

Di origini casertane, gli autori propongono una nuova interpretazione critica della Reggia di Caserta. E’ un’analisi critica complessiva dell’opera originaria quella proposta dagli autori, tramite una ri-creazione analitica e sintetica delle presenze espressive delle tre arti figurative.

Il Maestro Vanvitelli, architetto di formazione romana, in Caserta conduce a sintesi il recupero classico, rinascimentale, del Seicento, iniziato dichiaratamente con la famosa prolusione “l’Idea” di Bellori, del maggio 1664.

L’ampio spazio, la pianta aperta del vestibolo centrale (fulcro progettuale), del Barocco, inglobato nella composizione equilibrata e misurata, assume inevitabilmente le caratteristiche scenografiche, come afferma il critico d’arte R. Wittkower.

Lo stile elaborato in Roma da Carlo Fontana, allievo del classicista Bernini, aveva avuto la sua origine nell’articolata spazialità interna di “S. Maria della Salute” del veneziano Longhena.

L’opera monumentale della Reggia, attraverso continue scenografie, che rapportano in soluzione di continuità Arte e Natura, celebra l’uomo, Re Carlo, il committente, e le sue armi, la famiglia dei Borbone (e dei Farnese), ma non solo. La Rivoluzione Copernicana, la prosaica luna di Galilei sono sollecitazione per l’Arte di Vanvitelli. Tramite il concorso della pittura e della scultura, viene elaborato il Mito. Le fonti letterarie sono l’Adone di G.M. Marino e le Metamorfosi di Ovidio; il tema è quello dell’Eros.

Nel Palazzo turrito e nell’ampio Parco, si rinnova, in singolar tenzone, la lotta tra la “Venere terrestre” e la “Venere Celeste”, come istituito da Platone e tradotto in pittura dai Carracci nella Galleria Farnese, in Roma.

Vanvitelli punta il suo cannocchiale, l’effetto ottico ottenuto con l’euritmica galleria centrale, come Galilei sulla ‘”luna-Diana” per ri-trovare antiche e nuove conoscenze (vetera et nova).

Il lungo percorso d’acqua del Parco, composto tramite i rapporti musicali del Numero pitagorico, costituisce la “scala amoris”. Il monumentale scalone di ingresso tramite “la finzione interno-esterno” è un circolo tra Terra-Cielo-Terra-Cielo: il religamen, che termina nel ritrovato Centro del Vestibolo della Cappella Palatina con il fiorire della simbolica Rosa octolobata.

Le tre Arti figurative , magistralmente articolate nel sapiente disegno di Vanvitelli, hanno còlto il momento propizio (“il Kairos greco – l’Occasio latina”) per immortalare il fuoco eterno dell’Arte, come ben chiarito nel dipinto della volta centrale, noto come Reggia di Apollo, che rappresenta il manifesto della Poetica vanvitelliana.

Il tempo è spezzato, l’Architetto dell’Opera ha tradotto in pietre, in figure, in sculture, “il Bello”, la cui sede trascende il sensibile.
Luigi Vanvitelli, artista, non costituisce un ponte tra un’epoca al tramonto (Ancien Régime) ed un’altra che ha già proposto il suo programma ideologico, completamente avverso (Illuminismo – Neoclassicismo).

Il critico d’arte tedesco R. Wittkower nei suoi scritti ha indicato gli indirizzi di ordine generale per la comprensione; gli autori, nello specifico, tramite una minuziosa analisi, ne hanno riconosciuto la conclusione: Caserta è lo straordinariamente solenne canto del cigno del Barocco italiano.

GIUSEPPE GAROFALO Ingegnere civile, si è laureato con una tesi in Scienza delle costruzioni. Il tema trattato ha riguardato, in senso critico, la torsione non uniforme delle travi a parete sottile in dominio elastico: “Sullo sviluppo storico-critico della moderna teoria delle aree settoriali: elementi di epistemologia”. È un attento studioso dei rapporti interdisciplinari tra le scienze fisiche e le arti. Tecnico acustico, regolarmente iscritto nell’apposito elenco ministeriale Enteca, si è soffermato a comprendere il rapporto tra il Numero e la Musica, così come istituito da Pitagora e delle sue modifiche storiche.

ANDREA LA MARCA si interessa di architettura e delle arti figurative. Profondo studioso del pensiero simbolico, perché ritiene la sua conoscenza fondamentale per l’interpretazione critica delle manifestazioni artistiche.

Redazione

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