“Etereo”: l’arte di Olga Lepri in mostra al Museo Archeologico di Calatia a Maddaloni

Maddaloni. La pittura come medium per indagare la realtà empirica, è “Etereo”, la mostra personale di Olga Lepri, in esposizione al Museo Archeologico di Calatia a Maddaloni dal 7 settembre al 5 ottobre.

La mostra, a cura di Maria Giuseppa De Filippo, presenterà le opere della giovane artista italiana formatasi tra Venezia e Bruxelles, le cui suggestioni fiamminghe e lagunari riecheggiano nella sua produzione attraverso un approccio manierista alla pennellata e nella costruzione delle figure.

Attingendo al dizionario figurativo della pittura di genere, Olga Lepri rielabora soggetti e contesti alla luce di nuove istanze, che dimostrano un tentativo di superamento della sostanza intellegibile. Il complesso e diversificato retaggio culturale dell’artista si sposa in modo congeniale con gli spazi del Museo Archeologico di Calatia.

La magniloquenza degli stucchi e la preziosità dei parati dipinti a mano un tempo presenti nelle sale della residenza, rimandano agli orizzonti estetici riproposti da Lepri, che guarda alla parentesi manierista e alla successiva barocca con genuina curiosità, parte di un processo complesso di assemblaggio non esclusivamente metodologico ma anche figurativo. La ricerca di Lepri pone quindi l’accento sul processo di estradizione dell’essenziale, che si compone di una pittura non visibile al pubblico ma che risulta essere quella più autentica, fatta di gesti occultati, ripensamenti e citazioni colte, sintetizzati in questo frangente da una pennellata densa e stratificata, che disvela progressivamente i tentativi di superamento della “cecità” intellettiva che limita l’esperienza del vivere.

Le opere in mostra si propongono come traccia residuale di un passaggio dallo stato incorporeo a quello grafico come epifanie di segni, che nella loro apparizione consentono una prospettiva inedita di elementi come il corpo, considerato nel suo meccanismo di propriocezione. Il risultato del processo creativo dell’artista è un’immagine vibrante che mescola corpi e paesaggio come in un’apparizione non definita e al contempo sostanziale nella sua immanenza.

La mostra propone un itinerario alla scoperta di un luogo altro, dove ad imperare è lo scenario onirico, immortalato tanto nella serie delle “Cecità” quanto in “Etereo” e “Marina”: corpi sospesi e ineffabili perennemente fuggitivi alla comprensione razionale in toto e il cui legame con la realtà fenomenica è in un equilibrio costantemente precario. Le opere, disposte secondo il percorso pensato per la mostra, si susseguono per differenti tematiche. La figura umana è sempre posta al centro di una negoziazione tra materia, colore e spazio, risultando in un corpo in costante fermento d’astrazione. Dai connotati più descrittivi del soggetto umano calato in contesti specifici, le opere si muovono verso una fusione della forma antropomorfa con la naturalezza pittorica.

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