Caserta. Le quotazioni dei principali indici di Borsa a livello globale hanno messo a segno una seduta caratterizzata dalle vendite. Le attenzioni degli investitori sono state rivolte alla riunione della Fed, che ha alzato come da attese i tassi di 75 punti base, portandoli nella forchetta 3,75%-4%. Nella conferenza stampa, Powell ha detto che si potrebbe verificare un rallentamento dell’entità degli aumenti, ma che il costo del denaro potrebbe salire oltre quanto previsto dal board a settembre.
Oggi invece il focus sarà rivolto al meeting della BoE, che deve fare i conti con un’inflazione che a settembre si è attestata al 10,1% nel Regno Unito. Secondo gli analisti, la Banca centrale potrebbe alzare i tassi di 75 punti base, dando vita all’aumento del costo del denaro più alto dal 1989. Gli esperti ritengono che il board indicherà inoltre un peggioramento dell’outlook economico e ulteriori aumenti dei tassi, anche se probabilmente verrà ricordato che il percorso della politica monetaria non è prestabilito.
Lato BCE invece, Gabriel Makhlouf, Presidente della Banca centrale irlandese, ha dichiarato che è prematuro dire di quanto l’Eurotower alzerà i tassi nel prossimo meeting. Oltre a questo, Makhlouf ha evidenziato che nel 2023 l’istituto inizierà a ridurre l’ammontare dei titoli di titoli governativi.
Intanto, il Presidente turco Recep Tayyip Erdoğan ha dichiarato che il corridoio ucraino per l’export del grano verrà ristabilito. Per quanto riguarda i dati macroeconomici, da segnalare il calo dell’attività manifatturiera dell’Eurozona, scesa ai minimi dai primi lockdown del 2020: l’S&P Global PMI manifatturiero di ottobre (finale) si è attestato a 46,4 punti, sotto il consensus a 46,6 punti.
Più in generale si può dire che rischio recessione e rischio di stabilità finanziaria stanno guidando, in queste ultime settimane, le borse in questo fine 2022. Invece di deprimere le quotazioni, l’accoppiata sta alimentando il rimbalzo dei listini perché sta portando le banche centrali a diventare più caute sul tema rialzo tassi e drenaggio di liquidità.
Lo abbiamo visto prima con la BOE, poi con la Bank of Canada e infine anche con la BCE che se pur ha alzato i tassi di 75 bp, ha lasciato intendere che gran parte delle manovre restrittive sono state implementate.
La palla ora passa alla Fed e poi, le prossime date chiave, che potrebbero portare ad una svolta sul mercato, sono le elezioni Mid Term USA e il G20 quando si incontreranno USA e Russia.
Certo, lo scenario rimane per ora incerto ma la luce in fondo al tunnel – secondo alcuni osservatori – comincia ad essere sempre più evidente. In ogni caso, la volatilità rimane la massima espressione del rischio sui mercati finanziari, ma anche tradursi in grandi opportunità di investimento.
I MARKET MOVER
Riunione BoE e dati macro USA sotto la lente.
Nella giornata odierna gli operatori dei mercati finanziari saranno concentrati sulla riunione di politica monetaria della Bank of England e su alcuni dati macroeconomici importanti per Gran Bretagna, Eurozona e Stati Uniti. Per la Gran Bretagna si attendono gli indici S&P Global PMI (servizi e composito) di ottobre, mentre per l’Eurozona il tasso di disoccupazione di settembre. Per gli USA focus sulla bilancia commerciale di settembre, nuove richieste settimanali di sussidi di disoccupazione, ordini di fabbrica (settembre), indici S&P Global PMI (servizi e composito) e sull’ISM dei servizi (ottobre).