Desertificazione centri storici, a Caserta in 10 anni perso il 15%. Tutti i dati delle province campane

Caserta ha perso 154 attività commerciali negli ultimi 10 anni, di queste circa un terzo si trovava nel centro storico. Un calo del 15% che pesa notevolmente sull’economia del territorio. Questo è infatti uno dei dati più vistosi che emergono da un’analisi sulla demografia d’impresa condotta in tutte le città italiane dall’Ufficio Studi Confcommercio, elaborando le statistiche del Centro studi delle Camere di Commercio G. Tagliacarne.

Nel dettaglio, scorrendo i numeri e le tipologie di impresa, si scopre che nel 2012 Caserta disponeva di ben 1.081 negozi al dettaglio (di questi quasi la metà nel centro storico) mentre a giugno 2022 ne erano rimasti soltanto 927. La flessione maggiore si registra tra le attività specializzate nella vendita di prodotti culturali e artistici e soprattutto nel commercio ambulante. I banchi di standisti ed esercenti itineranti in questo caso sono passati da 138 a 101.

Meno negativo il saldo di tabacchi, supermercati ed attività specializzate nei prodotti per la casa che subiscono solo un lieve calo. In aumento invece le farmacie e i distributori di carburante questi ultimi soprattutto nelle aree periferiche.

Si tratta di dati che lasciano intravedere una progressiva desertificazione del centro storico che tende ad essere sempre meno attrattivo per alcune attività che non siano quelle legate alla ristorazione, al turismo e più in generale ai pubblici esercizi. Alberghi, ristoranti e bar sono infatti in controtendenza rispetto ai negozi di vicinato con un incremento progressivo che tuttavia non compensa le perdite subite dal mondo del commercio nel suo complesso.

I dati su Caserta

2012 2019 2022 (giugno)
CS (*) NCS (*) CS (*) NCS (*) CS (*) NCS (*)
n. imprese n. imprese n. imprese n. imprese n. imprese n. imprese
Commercio al dettaglio 521 560 466 472 462 465
– esercizi non specializzati 34 54 33 28 32 31
– prodotti alimentari, bevande 40 85 48 88 53 81
– tabacchi 24 26 22 27 22 27
– carburante per autotrazione 10 7 7 8 7 9
– app. informatiche e per le telecomunicazioni (ict) in esercizi specializzati 15 4 13 10 8 9
– altri prodotti per uso domestico in esercizi specializzati 56 62 48 45 48 46
– articoli culturali e ricreativi in esercizi specializzati 40 44 30 22 33 19
– altri prodotti in esercizi specializzati 238 154 201 127 201 117
– farmacie 19 5 18 15 14 17
– commercio al dettaglio ambulante 30 108 21 82 17 84
– commercio al dettaglio al di fuori di negozi, banchi e mercati 14 12 25 21 27 23
Alberghi, bar, ristoranti 242 199 270 215 283 214
– servizi di alloggio 17 8 22 8 30 7
— alberghi 14 3 18 3
— altre forme di alloggio 9 4 12 4
– bar, ristoranti 225 191 248 207 253 207
— ristoranti 153 128 153 135
— bar 95 79 100 72

 

Da anni ormai stiamo allertando le istituzioni – spiega Lucio Sindaco, presidente provinciale di Confcommercio Caserta – sulla situazione di degrado e sui pericoli della desertificazione del centro storico. Un fenomeno che sembra inarrestabile e al quale hanno contribuito di certo la vicinanza dei centri commerciali e la concorrenza devastante dell’e-commerce. La crisi del post Covid ha poi inferto il colpo di grazia accentuando i disagi economici di tanti operatori. Dispiace che malgrado i nostri continui solleciti, nulla fino ad oggi sia stato fatto per frenare questa emorragia.

Caserta ha bisogno di un piano parcheggi, di un piano di viabilità, di una politica seria sul turismo. Si tratta di strumenti fondamentali per supportare il commercio e fornire maggiore visibilità ai negozi di vicinato. Ancora una volta chiediamo quindi alle istituzioni di sedersi ad un tavolo con le associazioni di categoria per intercettare le possibili soluzioni al problema che rischia davvero di mettere in ginocchio il tessuto economico della città“.

I dati relativi agli altri capoluoghi della Campania

A Napoli il commercio al dettaglio si è mantenuto stabile con 30.000 esercizi attivi (anche in virtù del boom turistico della città), nei principali centri urbani della regione, tra il 2012 ed il 2022, una percentuale oscillante tra il 10 ed il 20 % degli esercizi commerciali ha chiuso definitivamente; a Salerno in 10 anni hanno chiuso 71 negozi su 300 nel centro storico, e 400 su 1900 nel resto della città: un calo pari al 20%; calo drammatico ad Avellino, dove si passa dai 862 negozi del 2012 ai 711 del 2022; meno marcato il calo a Benevento, da 784 negozi nel 2012 a 705 nel 2022.

La desertificazione commerciale – ha dichiarato al riguardo il presidente regionale di Confcommercio Campania, Pasquale Russo – è infatti anche un problema sociale. I negozi di vicinato forniscono un servizio indispensabile per i cittadini e sono una garanzia di vivibilità e sicurezza delle nostre città. La politica deve finalmente riconoscere il valore sociale delle piccole imprese commerciali ed artigianali, mettendole al centro degli interventi di riqualificazione urbana e di sviluppo del territorio“.

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