Nella Legge di Bilancio 2025, che dovrà essere approvata dal Parlamento, sono state introdotte delle novità anche per le pensioni.
Il Consiglio dei Ministri, nei giorni scorsi, ha approvato la nuova Legge di Bilancio il cui testo ora passerà al vaglio del Parlamento per il via libera definitivo atteso entro la fine del 2024. Nel testo, come emerso sono presenti alcune novità per quanto riguarda le pensioni e la rivalutazione degli importi.
All’interno della Manovra è stata inserita anche la conferma del Bonus Maroni che favorisce i lavoratori che decidono di non andare in pensione dopo aver raggiunto i requisiti per la cessazione dell’attività lavorativa. Inoltre è stato anche previsto un piano per rafforzare la previdenza integrativa con l’introduzione di una nuova fase di “silenzio-assenso” per il Tfr.
Manovra, le novità su Tfr, pensioni e Bonus Maroni: tutto quello che c’è da sapere
Fra le varie misure introdotte all’interno della nuova Manovra, il cui testo deve essere ancora approvato dal Parlamento dopo l’ok del Consiglio dei Ministri, vi sono delle novità per quanto riguarda il Tfr ed il Bonus Maroni.
Il Governo avrebbe, difatti, deciso di confermare, oltre allo sconto sul Canone Rai, il Bonus Maroni che favorisce quei lavoratori che decidono di rimanere in servizio nonostante abbiano maturato i requisiti per accedere alla pensione. Attraverso la misura, che potrebbe essere estesa anche alla pubblica amministrazione, questi lavoratori potranno chiedere al datore di lavoro di trasformare la quota dei contributi da versare in retribuzione in busta paga, circostanza che, dunque, permette di ricevere uno stipendio più alto.
Novità anche per il Tfr con l’esecutivo intenzionato a rafforzare la previdenza integrativa mediante un fondo privato con l’introduzione di una nuova fase di “silenzio-assenso”. Per i dipendenti che non esprimeranno una scelta sulla destinazione del trattamento del fine rapporto, quest’ultimo finirà in automatico in un fondo pensione, previsto dalla categoria di appartenenza del Ccnl. In presenza di più fondi, si opterà per quello con più adesioni da parte dei lavoratori.
Infine, per le pensioni è stata confermata anche per il 2025 la rivalutazione del 2,5% per i trattamenti pensionistici minimi che potrebbero passare da 614,77 euro ai 621 euro. Per le altre pensioni, considerato il calo del tasso di inflazione rispetto ai due anni precedenti, passato da 5,4 all’1,6%, le maggiorazioni saranno inferiori tenendo contro del meccanismo “a scaglioni” introdotto con la legge 388/2000: per gli assegni fino a 4 volte il minimo Inps la rivalutazione sarà al 100%; per quelle comprese tra 4 e 5 volte il minimo, la rivalutazione sarà del 90%; rivalutazione al 75% per quelle tra 5 e 6 volte l’assegno minimo ed, infine, del 50% per quelle che vanno oltre 6 volte il minimo Inps.