TFR in azienda o in fondo pensione? Capiamo come guadagnare di più e potersi godere serenamente la pensione senza problemi economici.
I giovani lavoratori devono pensare già da oggi alla pensione e compiere la scelta giusta per non ritrovarsi con un assegno pensionistico insoddisfacente. I fondi pensione sono la soluzione migliore?
Poche considerazioni per convincere i lavoratori di tutte le età ad occuparsi del proprio futuro pensionistico. Il sistema di calcolo contributivo è svantaggioso, porterà ad importi degli assegni sempre più bassi in un confronto tra stipendio e pensione. Un’eventuale discontinuità lavorativa abbasserà il numero dei contributi sui quali si conteggerà l’importo del trattamento comportando cifre ancora più inferiori rispetto a quanto preventivato.
Tutto questo si tradurrà in un’entrata mensile insufficiente per avere una qualità della vita ottimale potendo contare solamente sulla pensione. Da qui la necessità di costruire una rendita aggiuntiva che andrà ad affiancare l’importo del trattamento pensionistico. Il Governo spinge verso i fondi pensione, tra le soluzioni più efficaci per disegnare un futuro più solido finanziariamente parlando. Si tratta di strumenti di risparmio a lungo termine che consentono di accumulare somme tramite contributi regolari e interessi applicati sul valore investito.
Perché piuttosto che lasciare il TFR in azienda sarebbe preferibile dirottarlo verso un fondo pensione? Iniziamo con il dire che la sottoscrizione dello strumento di risparmio/investimento noto come fondo pensione è totalmente volontaria e facoltativa. Risulta utile ai lavoratori che intendono colmare il divario tra stipendio e pensione costruendo da giovani una maggiore sicurezza economica per il futuro. Ci sono diverse tipologie di fondi tra cui scegliere.
I fondi pensione aperti, una previdenza complementare privata gestita dagli istituti di credito, assicurazioni, società di gestione del risparmio e di intermediazione mobiliare che prevedono un’adesione individuale o collettiva. I fondi negoziali, previdenza complementare privata con contrattazione collettiva tra rappresentanti dei lavoratori e datori di lavoro. Sono dedicati ai dipendenti privati appartenenti a specifiche categorie – i metalmeccanici ad esempio – o ai lavoratori pubblici come il personale scolastico o ancora ai lavoratori autonomi.
Infine ci sono i fondi preesistenti e i PIP. I primi riservati ai lavoratori di specifiche aziende, i secondo rivolti a tutti coloro che intendono costruire una pensione integrativa. Per scegliere il fondo è bene approfondire i rendimenti. Nel 2023 sono stati abbastanza soddisfacenti con un incremento del 4% per quelli garantiti, del 7% per i bilanciati e dell’11% per gli azionari. I guadagni maggiori arrivano con scelte strategiche a lungo termine che si possono far consigliare da esperti del settore.
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