Assegno pensione di 1.500 euro al mese a 64 anni attraverso il TFR, la novità del Governo

Importantissime novità sul fronte delle pensioni: si potrà uscire dal lavoro già a 64 anni e ricevere un bell’assegno di 1500 euro al mese.

Accedere alla pensione con qualche anno di anticipo rispetto a quanto previsto dalla legge Fornero è il desidero, se non proprio di tutti, sicuramente della maggior parte dei lavoratori. Restare inchiodati in ufficio fino a 67 anni è un’idea davvero poco allettante ma la legge Fornero ha stabilito che, prima di aver raggiunto tale soglia, è impossibile lasciare il lavoro.

Esistono diverse misure di pensione anticipata ma, solitamente, si rivolgono solo a platee molto ristrette e bisogna soddisfare, quindi, requisiti molto specifici. Oppure alcune misure consentono di accedere alla pensione prima dei 67 anni ma solo a condizione di avere oltre 40 anni di contributi.

Requisito non così facile da soddisfare visto che, ormai, si inizia a lavorare in modo stabile sempre più tardi. Il Governo di Giorgia Meloni, con la prossima legge di Bilancio, potrebbe introdurre una novità davvero rivoluzionaria in ambito previdenziale: si potrà accedere alla pensione a soli 64 anni e con un bell’assegno di 1500 euro al mese.

Pensione da 1500 euro al mese a 64 anni: ecco come funziona

La legge di Bilancio 2025 è ormai sempre più vicina dopo il via libera del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Il Governo sta vagliando alcune proposte in materia previdenziale che potrebbero partire già da gennaio. Le pensioni restano il nodo più duro da sciogliere e ci sono troppi fronti su cui sarebbe necessario intervenire.

donna che legge
Pensione da 1500 euro al mese a 64 anni: ecco come funziona/Casertanotizie.com

Da un lato, infatti, è necessario aumentare gli importi degli assegni previdenziali che, ad oggi, sono tra i più bassi all’interno dell’Unione europea. D’altro canto, però, è anche necessario promuovere misure di pensione anticipata per agevolare il ricambio generazionale nelle aziende. In parole povere: più tardi vanno in pensione gli attuali lavoratori e più tardi verranno assunti i giovani.

Considerando che, dal 2006 ad oggi, addirittura il 90% dei neolaureati si sono traferiti all’estero, è urgente fare qualcosa proprio a partire dal mondo del lavoro e, dunque, delle pensioni. Dal sottosegretario al Lavoro, il leghista Claudio Durigon, arriva una proposta che, se verrà approvata, potrà fare davvero un’enorme differenza.

Durigon ha proposto di mandare in pensione i lavoratori a 64 anni anziché a 67, sempre con 20 anni di contributi, sfruttando parte del Tfr – Trattamento di Fine Rapporto – in modo da garantire un assegno previdenziale di almeno 1500 euro al mese. In questo modo si salverebbero “capra e cavoli”: i lavoratori beneficerebbero di uno sconto anagrafico di 3 anni sull’età pensionabile ma non avrebbero una pensione da fame.

E mandare in pensione 3 anni prima chi già lavora significherebbe incentivare le aziende a nuove assunzioni con ripercussioni decisamente positive sulla disoccupazione giovanile. Per il momento si tratta solo di una proposta. Il Governo sta ancora valutando il da farsi.

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