Svolta clamorosa: lavoreremo meno ma guadagneremo la stessa cifra mensile. Sogno o realtà? Vediamo cosa cambierà a breve.
Tutti ricordiamo la celebre frase “lavoreremo un giorno in meno ma guadagneremo come se lavorassimo un giorno in più”… No, questa volta la prospettiva è un po’ più realistica: ci viene assicurato lo stesso stipendio pur lavorando 8 ore in meno ogni settimana.
In effetti lavorare 40 ore a settimana, spalmate su 5 giorni, non è poco. Significa lavorare la maggior parte del nostro tempo e avere a disposizione per noi stessi e per la nostra sfera privata giusto due giorni che, solitamente, impieghiamo per fare la spesa e le pulizie di casa. Questo, alla lunga, incide anche sulla nostra produttività. Il Governo questo lo sa bene.
Pertanto, molto presto, l’orario lavorativo passerà da 40 a 32 ore e ogni lavoratore, oltre al sabato e alla domenica, avrà diritto ad un altro giorno di riposo durante la settimana. Troppo bello per essere vero? Invece è tutto vero e la novità potrebbe concretizzarsi prima di quello che immaginiamo.
Un giorno libero in più ogni settimana andrà a beneficio sia dei lavoratori che delle aziende. Lavoratori meno stressati vuol dire, anche, lavoratori più felici e, soprattutto, più produttivi. Un modo per incentivare il lassismo? Al contrario: un’ottima strategia per massimizzare i profitti.
La maggior parte di noi lavora 40 ore alla settimana che, se si contano gli straordinari, possono diventare anche molte di più. Questo spesso origina stress e malcontento e non c’è nulla di peggio per un’azienda di avere dipendenti frustrati e che non amano andare in ufficio.
Ecco che allora, dai banchi dell’Opposizione, arriva la proposta: abbassare il numero di ore lavorative settimanali passando da 40 a 32. Ma lo stipendio? Resterebbe inalterato. In pratica ogni dipendente lavorerebbe solo 4 giorni alla settimana e riposerebbe 3. Un buon equilibrio tra lavoro e vita privata, quindi.
La proposta arriva dal Partito Democratico, dal Movimento Cinque Stelle e dall’alleanza Verdi-Sinistra. Se ne sta già discutendo in parlamento e se verrà approvata entrerà in vigore già nel 2025. Inizialmente i primi 3 anni saranno una sperimentazione ma se funzionerà allora, l’orario settimanale di 32 ore, diventerà legge nazionale e tutte le aziende dovranno adeguarsi.
Per ora, per questi primi tre anni, le aziende potranno decidere se aderire oppure no. Chi aderirà potrà beneficiare di sgravi fiscali e contributivi. Gli obiettivi di questa proposta di legge sono molteplici: in primis aumentare il livello di benessere dei lavoratori; in secondo luogo aumentare il livello di produttività dei dipendenti.
Infine si prevede anche che, riducendo le ore di lavoro, si ridurranno anche le assenze per malattia. La settimana corta, in realtà, non è una novità assoluta: aziende come Lamborghini, Luxottica e Intesa Sanpaolo la stanno già sperimentando da qualche tempo.
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