Con la nuova legge di bilancio la questione pensioni è stata riconsiderata: dal 2025 ci sarà una finestra per andarci a 65 anni.
Le discussioni in materia di pensionamenti e prepensionamenti, in Italia (e anche nel resto d’Europa) sono sempre sulla cresta dell’onda. Questo tema, infatti, sta particolarmente a cuore sia ai privati cittadini che alla classe governativa. In un paese come l’Italia le pensioni pesano enormemente sul nostro sistema previdenziale, tanto che l’ultimo rapporto annuale dell’INPS (pubblicato lo scorso settembre) ha messo in evidenza diverse problematiche in materia.
Innanzitutto non è vero che si va in pensione a 67 anni come stabilito dalla legge Fornero. O meglio, ci sono molti modi per andare in pensione anticipatamente. La media è dunque quella di 64,2 anni d’età: una cifra troppo bassa per pensare di poter mantenere il sistema previdenziale così com’è.
Bisogna poi considerare anche la precarietà del lavoro dei giovani, che quindi hanno difficoltà a versare i contributi e mantenere le pensioni di chi già si è ritirato dal lavoro. E il fatto che le donne incontrino spesso problemi sul mondo del lavoro, ad esempio in merito ai salari o ai periodi di maternità. Tali “intoppi” possono andare a inficiare sui contributi versati, provocando problemi a cascata nel sistema pensionistico.
Nel 2025 potresti andare in pensione a 65 anni e 8 mesi: ce l’hai questi requisiti?
Eppure la prospettiva di ritirarsi dal lavoro uno o due anni prima del tempo fa gola a molti. Per questo le ultime novità in materia di pensioni discusse con la nuova legge di bilancio potrebbero risultare interessanti. Aggiungendo alle finestre di prepensionamento le nuove opzioni confermate o introdotte per il 2025, diverse categorie di cittadini potranno andare in pensione anticipatamente.
Tra le varie opzioni possiamo annoverare ad esempio:
- i lavoratori precoci, che abbiano versato almeno 41 anni di contributi di cui almeno 1 versato prima del compimento dei 19 anni.
- gli invalidi civili con almeno il 74% di invalidità;
- i lavoratori che hanno svolto mansioni usuranti;
- i disoccupati in seguito a licenziamento o dimissioni per giusta causa.
Inoltre bisogna tenere presenti anche Opzione Donna e le finestre di pensionamento riservate a chi ha prestato assistenza a un familiare convivente disabile grave. Con Opzione Donna, in particolare, a partire dal 2025 si potrà andare in pensione a 65 anni e 8 mesi, con 20 anni di contributi.
Questa finestra, però, è riservata soltanto alle donne che abbiano fatto 4 o più figli. Le quali potranno beneficiare dell’assegno pensionistico con ben 16 mesi di anticipo rispetto ai 67 anni. Se rientri in questa categoria, dunque, potrai sfruttare la finestra di pensione anticipata.