La pensione sarà ricalcolata dopo sei anni con l’INPS pronto ad annullare tutto e a chiedere dei soldi indietro. La situazione è tutta da analizzare.
Queste notizie sono da valutare per moltissimi italiani che si troveranno costretti a restituire somme anche molto importanti.
Approfittiamo di questa situazione per specificare alcuni argomenti delicati legati alla pensione di vecchiaia. Negli ultimi anni sono cambiati molti dati che hanno spaesato anche la popolazione, soprattutto tra quelli che più grandi hanno dovuto affrontare situazioni legate alla richiesta della pensione stessa. A oggi la pensione di vecchiaia, a cui hanno diritto tutti i lavoratori assicurati con previdenza obbligatoria, si prende a partire dai 67 anni rispetto a prima quando l’età era decisamente più bassa.
Ovviamente esistono anche differenti modalità di pensionamento anticipato rispetto all’età che abbiamo appena specificato. Ci sono numerosi varianti sotto questo punto di vista. A partire da chi ha una pensione privata, attivata attraverso un fondo pensionistico, o chi entra in regime anticipatamente per altri motivi legati alla professione. C’è poi chi non ha versato contributi e si troverà quindi a percepire l’assegno sociale che ogni anno è calibrato seguendo diverse regole nelle quali ora non è il caso di addentrarci.
Pensione ricalcolata e soldi da restituire
Non in molti sanno che l’INPS ha la possibilità di chiedere indietro dei soldi a chi percepisce pensione. Ci sono, per fare un esempio, delle persone che percepiscono assegno di invalidità ma che si trovano, con l’aumento dell’ISEE dovuto al lavoro, a dover comunicare all’INPS questo particolare e dunque a dover interrompere il rapporto volontariamente. Se qualora questo non venisse comunicato per tempo l’INPS potrà avvalersi nel chiedere indietro la cifra non dovuta.
Questo è solo un esempio dell’enorme casistica che si muove attorno a queste situazioni, sono molti infatti i motivi per cui una persona si può trovare a dover restituire i soldi all’istituto di previdenza sociale.
Può capitare anche che dopo un tot. di anni, mettiamo sei, si possa decidere di appellarsi al ricalcolo delle quote con l’INPS pronto a chiedere indietro delle somme ricevute con un’errata applicazione di aliquote o la considerazione di periodi contributivi da non considerarsi validi. Prendendo dei campioni base spesso è l’INPS che si lancia in controlli che obbligano il ricalcolo e la necessità di dare un nuovo taglio all’assegno, costringendo dunque il pensionato a restituire somme anche ingenti che però possono essere anche rateizzate.