Quando parliamo di pensioni, purtroppo, le brutte notizie sono sempre in agguato ma l’ultima novità davvero ha distrutto tutti: l’età pensionabile slitterà ancora.
Le pensioni restano un nodo delicatissimo ma, al tempo stesso, urgente da sciogliere. Dal 2012 in avanti – dall’introduzione cioè della Legge Fornero – i cambiamenti sono stati pochi e, quindi, a distanza di 12 anni, ci troviamo ancora con un’età pensionabile fissata a 67 anni.
Il Governo di Giorgia Meloni ha come obiettivo di legislatura il superamento della Fornero ma andare oltre significherebbe o abolire o abbassare l’età pensionabile e, al momento, entrambe le opzioni sono da escludere. Un po’ a causa della mancanza di sufficienti risorse nelle casse dell’Inps. Un po’ a causa della fortissima denatalità che ha colpito e continua a colpire l’Italia.
Consentire troppe uscite anticipate dal lavoro in questo momento significherebbe mettere seriamente a rischio il sistema previdenziale italiano. Dunque, obtorto collo, abbiamo accettato di continuare a poter accedere alla pensione di vecchiaia a 67 anni. Quello che, però, non ci saremmo aspettati è che l’età pensionabile potesse essere ulteriormente aumentata.
Dopo la stangata delle pensioni rivalutate solo dello 0,8% nel 2025, arriva un altro duro colpo: presto l’età per andare in pensione potrebbe arrivare addirittura a 70 anni. Dunque, salvo casi eccezionali, la maggior parte di noi dovrà timbrare il famoso cartellino per tre anni in più.
Lavoratori distrutti: l’età pensionabile salirà a 70 anni
Le sorprese non finiscono mai: alcune molto positive mentre di altre ne avremmo fatto volentieri a meno. Il campo più “scottante” resta sempre quello delle pensioni. Dopo la batosta della rivalutazione degli assegni dello 0,8%, arriva un altro rospo da ingoiare: l’età pensionabile potrebbe salire a 70 anni.
Ricordiamo che ad oggi – e anche per tutto il 2025 – per poter accedere alla pensione è necessario soddisfare tre requisiti:
- avere almeno 67 anni di età;
- avere almeno 20 anni di contributi;
- aver maturato un assegno d’importo uguale o superiore all’importo dell’assegno sociale.
Ma questi requisiti potrebbero essere validi ancora per poco. E la ragione è più semplice che mai: l’aspettativa di vita media continua ad aumentare. Questo significa che l’Inps, nei prossimi anni, dovrà erogare assegni per un numero crescente di anni. Il ché non è fattibile. Almeno non finché ci saranno assegni calcolati con il sistema misto che pesa maggiormente sulle casse dello Stato rispetto al sistema contributivo.
Di conseguenza, nei prossimi anni, l’età pensionabile aumenterà come conseguenza dell’aumento della durata della vita in Italia. Secondo le previsioni nel 2029 l’età pensionabile passerà da 67 anni a 67 anni e 5 mesi ma arriveremo ad un punto in cui arriverà a 70 anni tondi. Forse già intorno al 2040 o poco più avanti potremmo raggiungere tale soglia.
Stando ai calcoli degli esperti di previdenza, chi oggi ha 30 anni, con ogni probabilità, non potrà smettere di lavorare prima dei 70. E chi volesse smettere di lavorare prima probabilmente dovrà accettare pesanti tagli sull’assegno come già ora avviene per chi sceglie di andare in pensione a 62 anni con Quota 103.